Macron ha nominato primo ministro Francois Bayrou, suo alleato centrista dal 2017, ma la strada è in salita. Per Bardella “non ci sarà alcuna censura a priori”, ma restano i paletti sulla legge di bilancio posti a Barnier, mentre la sinistra radicale degli Insoumis (Lfi) ha già annunciato una mozione di sfiducia
La nomina è stata formalizzata in un comunicato dell’Eliseo, un testo di sole poche righe in cui viene affidato a Bayrou il mandato di “formare il nuovo governo” e alle ore 17 di oggi si terrà la cerimonia di passaggio dei poteri a Matignon tra il primo ministro dimissionario Michel Barnier e il neo premier nominato Francois Bayrou. “È un lungo cammino. Ora i problemi cominciano, ma la riconciliazione è necessaria”, sono state le prime parole di Bayrou. Il nuovo premier ha subito riconosciuto la “difficoltà del compito” che lo attende, sottolineando che “ci sono delle strade da trovare per riunire invece di dividere”. Il leader centrista, ricordando che proprio oggi ricorre l’anniversario della nascita di Enrico IV, ha evidenziato che “la riconciliazione è necessaria”.
“Quando uno compie un lungo cammino e sa dove si dirige, non c’è un minuto andato perso. Non sono il primo ad aver compiuto un lungo cammino”, ha proseguito Bayrou, solido alleato di Macron, citando le parole dell’ex presidente socialista Francois Mitterrand, appena eletto nel maggio 1981. “Finalmente iniziano i guai”, ha detto Bayrou, in una citazione interpretata come una possibile apertura verso le forze di sinistra.
Ma la sinistra radicale degli Insoumis (Lfi) ha risposto annunciando una mozione di sfiducia, contestando la scelta del presidente Emmanuel Macron sulla nomina di Francois Bayrou, “Un’altra candidatura per la proroga di Emmanuel Macron. Due scelte chiare sono a disposizione del Paese: la continuità della politica di sventura con Francois Bayrou o la rottura”, ha dichiarato Mathilde Panot di Lfi. In un messaggio pubblicato su X, ha prospettato che “due scelte saranno offerte ai deputati: il sostegno al salvataggio di Macron o la censura. Abbiamo fatto la nostra”.
Il leader del Rassemblement National (Rn), Jordan Bardella ha dichiarato che ”Non ci sarà alcuna censura a priori” nei confronti del futuro governo guidato da François Bayrou, ma ”restano le nostre linee rosse”, riferendosi ai paletti sulla legge di bilancio che ha portato alla caduta di Barnier. “La palla ora è nelle mani di François Bayrou. Questo nuovo primo ministro deve tenere conto della nuova situazione politica, che rende necessario il dialogo con tutte le forze politiche”, ha aggiunto.
Francois Bayrou “ascolti, se le sue politiche saranno un’estensione del macronismo fallirà”, commenta Marine Le Pen. “Dopo una lunga attesa, il presidente della Repubblica ha deciso di nominare François Bayrou a Matignon – scrive su X la capogruppo del Rassemblement national alla Camera -Preoccupati per l’urgenza di proteggere i francesi, gli chiediamo di intraprendere ciò che il suo predecessore non ha voluto fare: ascoltare e ascoltare le opposizioni per costruire un bilancio ragionevole e ponderato”. “Qualsiasi altra politica che fosse soltanto un’estensione del macronismo, respinto due volte alle urne, non potrebbe che portare all’impasse e al fallimento”, avverte Le Pen.
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Redazione Fatti & Avvenimenti