Secondo un sondaggio del quotidiano francese Le Figaro, il 59% dei francesi vuole le dimissioni di Emmanuel Macron e il 46% dei francesi ritiene lo il primo responsabile dell’instabilità politica, ma il Presidente della Repubblica ieri sera ha ribadito che resterà fino alla fine del suo mandato
Quelli che emergono da un sondaggio di Odoxa-Backbone Consulting per Le Figaro, diffuso all’indomani del suo intervento televisivo successivo alla sfiducia al governo Barnier e alle dimissioni del premier, per Emmanuel Macron sono dati senza appello. L’inchiesta è stata fatta dopo la caduta del governo di Michel Barnier, due giorni fa.
Ma il titolare dell’Eliseo va avanti “Non mi dimetto, presto il nuovo esecutivo”, Macron, che ha più volte escluso sue dimissioni, ieri sera ha tenuto un discorso in tv dopo la caduta del governo Barnier ed ha ribadito di voler “onorare fino all’ultimo” il mandato di 5 anni che gli hanno conferito i francesi, ovvero fino al 2027. Poi ha annunciato che nei prossimi giorni annuncerà la scelta del nuovo premier per un governo di interesse generale.
In quest’ottica, il Partito socialista francese (Ps) apre a Emmanuel Macron in vista della formazione di un nuovo governo. Il segretario del Ps, Olivier Faure, intervistato da Franceinfo, si è detto pronto a discutere con i macronisti e con LR sulla base “di concessioni reciproche”, per un governo che a suo modo di vedere dovrebbe avere un “contratto a tempo determinato”.
“Sono pronto ad avviare discussioni e a ottenere concessioni”, “mi auguro che ci sia un negoziato”, ha affermato Faure, dicendosi pronto a fare “compromessi su tutti i temi”, comprese le pensioni, a proposito delle quali ritiene che sia necessario prima “congelare” la riforma che ha innalzato l’età pensionabile a 64 anni. “Congeliamo questa riforma, facciamo una conferenza sul finanziamento e, alla fine, quando avremo trovato il metodo di finanziamento e la riforma che permette il finanziamento, abroghiamo”, ha proposto il leader socialista. Olivier Faure inoltre, intervistato da Franceinfo, ha dichiarato che “per il momento” i suoi partner de La France Insoumise (LFI), cioè il partito di Jean-Luc Mélénchon con cui fa parte del blocco della gauche Nuovo fronte popolare (Nfp), si sono “autoesclusi dalla discussione”.
Intanto il ministro dell’Interno dimissionario, Bruno Retailleau ha avvertito che la destra non potrà scendere a nessun compromesso con la sinistra che ha tradito Blum e Clemenceau”. Quello di Retailleau è uno tra i nomi in circolazione per la successione a Michel Barnier a Matignon. In un post su X, Retailleau, molto a destra nelle sue posizioni, in particolare sull’immigrazione, accusa la sinistra di aver “fatto un patto con i ribelli, di essersi rifiutata di denunciare i folli eccessi dei melenchonisti dopo il 7 ottobre e di aver votato una mozione di censura irresponsabile”.
Redazione Fatti & Avvenimenti