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Mafia: i carabinieri eseguono 2 ordinanze di custodia cautelare per i sambucesi La Puma Andrea e La Puma Salvatore


I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Agrigento coadiuvati dal comando compagnia di sciacca, questa notte a Sambuca di Sicilia, hanno arrestato La Puma andrea di anni 70 ed il figlio Salvatore, di anni 42, accusati a vario titolo del delitto di associazione mafiosa.

I militari hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal g.i.p. del tribunale di Palermo su richiesta della locale procura distrettuale.

Ad entrambi è stata contestata l’appartenenza alla famiglia mafiosa “cosa nostra” di Sambuca di Sicilia con il ruolo di partecipanti, per aver svolto attività di controllo illecito delle attività economiche, appiccato incendi e commesso danneggiamenti a scopo intimidatorio ed estorsivo e avendo curato i collegamenti tra Sutera Leo, capo della famiglia mafiosa sambucese e già rappresentante provinciale di cosa nostra per Agrigento, e gli appartenenti al sodalizio criminale operanti in altre zone dell’isola.

I due arresti sono conseguenziali all’operazione del 1° aprile 2016 del nucleo investigativo dei carabinieri di Agrigento denominata “triokola”, che tra gli imputati annoverava anche i La Puma. l’operazione fu frutto di una manovra investigativa sviluppata nel tempo dal ros e dal c.do provinciale di Agrigento in direzione del mandamento di Sambuca di Sicilia (AG) e del suo principale esponente Sutera Leo detto “il professore” ritenuto nel periodo 2010 – 2012 il capo della provincia di Agrigento e, pertanto, in contatto con i vertici delle province di Trapani e Palermo.

Il Sutera, infatti, veniva arrestato nel giugno 2012 e condannato a 4 anni di reclusione per associazione mafiosa. In tale quadro furono documentati una serie di riservati incontri tra il citato boss con esponenti mafiosi delle province di Agrigento e Palermo nelle campagne di Sambuca di Sicilia.

Nella successiva fase processuale, in data 6 giugno 2017, La Puma Andrea e La Puma Salvatore sono stati condannati in 1° grado dal tribunale di Palermo. a seguito di tale condanna, ritenuto sussistere gravi esigenze cautelari connesse al pericolo di prosecuzione nell’azione criminosa, il gip ha emesso i provvedimenti oggetto dell’operazione odierna.