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Mafia. Uomo fatto a pezzi con motosega e dato in pasto ai maiali: tornano in carcere i fratelli Nicosia


La storia dell’omicidio del tabaccaio Giuseppe Bruno fece scalpore per la sua efferatezza: il suo corpo venne sezionato con una motosega e dato in parte in pasto ai maiali, in parte bruciato all’interno di alcuni fusti metallici.

Nel primo pomeriggio di ieri venerdì 13.07.2018, a Villarosa – ENNA –, a conclusione di un’attività coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta – svolta congiuntamente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Enna e dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Enna – è stata data esecuzione all’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Caltanissetta Sezione riesame provvedimenti restrittivi, a carico di:

  1. Nicosia Maurizio Giuseppe, nato ad Enna, il 17.09.1963 e residente a Villarosa, già detenuto per altra causa;
  2. Nicosia Michele, nato a Charleroi (Belgio), il 18.12.1964, residente a Villarosa.

I due fratelli Nicosia erano stati già arrestati in data 22.02.2017, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nell’ambito della ben nota operazione “Fratelli di Sangue” che aveva portato in carcere anche altri due esponenti della famiglia Nicosia di Villarosa, ma, nonostante il Tribunale avesse inizialmente confermato la misura restrittiva dello scorso febbraio, a seguito di annullamento con rinvio della Corte di Cassazione, adita dai difensori degli interessati per la sola parte dell’ordinanza riguardante l’omicidio del tabaccaio BRUNO Giuseppe (scomparso il 27 maggio del 2004), aveva poi disposto la revoca del provvedimento.

La Direzione Distrettuale Antimafia ha quindi presentato ricorso in Cassazione e la Suprema Corte ha annulato l’ordinanza di revoca della misura restrittiva emessa dal Tribunale del Riesame, chiedendo al contempo che quest’ultimo si pronunciasse per una terza volta. Nella mattina di ieri, il Tribunale del Riesame confermava l’iniziale ordinanza di custodia cautelare e si dava corso alla misura.

Ricordiamo che, a carico dei Nicosia, nell’ambito delle attività investigative, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di associazione di tipo mafioso, con aggravanti specifiche, finalizzata a commettere omicidi, usura, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto di armi nonché ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche; con riguardo a Nicosia Maurizio Giuseppe e  Nicosia Michele i gravi indizi riguardano altresì l’omicidio di Bruno Giuseppe, aggravato dalla “modalità mafiosa” ai sensi dell’art 7 del D.L. n.152/91 .

Inoltre, e recenti dichiarazioni rese alla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta da un collaboratore di giustizia, ponendosi su un piano di perfetta sintonia con gli elementi investigativi acquisiti a suo tempo, hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica della vicenda delittuosa in esame, contraddistinta da tratti di inaudita ferocia, oltre che di accertare il movente, collegato alla violenta reazione dei Nicosia a fronte dell’intenzione manifestata dalla vittima di voler riscuotere un credito vantato nei loro confronti e correlati interessi.