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Mattarella bacchetta Draghi: “Troppi decreti, il parlamento deve potere esaminare e discutere le leggi emanate”

Il presidente della Repubblica Mattarella lancia un monito a Draghi: Troppi decreti leggi che non danno tempo a deputati e senatori di poterli esaminare e discutere

Il giuramento alle Camere di Segio Mattarella è stata l’occasione per il Capo dello Stato di togliersi qualche sassolino dalle scarpe e “tirare le orecchie” al governo Draghi, che nel 2021 ha approvato ben 42 decreti legge.  “Il Parlamento – ha detto Mattarella nel suo discorso – deve poter avere il tempo di discutere le norme che arrivano da palazzo Chigi”.

In effetti 42 decreti leggi sono troppe e in questo inizio di 2022 la situazione non sembra cambiata. I decreti infatti sono leggi scritte solo dall’esecutivo e immediatamente in vigore, poi entro 60 giorni dalla promulgazione, deputati e senatori dovranno votarli per l’approvazione definitiva, ma si sa bocciare qualcosa che è già legge è cosa difficile, specialmente se il governo, quando sente odore di “bruciato” pone la fiducia. I Parlamentari davanti alla fiducia si trovano al bivio, se bocciano la legge cade il governo.

Una pratica che non è un’esclusiva di questo governo, l’hanno usata un po tutti, ma mai abusandone come Draghi, che di fatto sembra avere trasformato la nostra Repubblica Parlamentare in una specie di semi presidenzialismo. Da qui il richiamo del riconfermato Sergio Mattarella.

La frase che sicuramente non ha fatto piacere al premier Draghi, è stata pronunciata da Mattarella in un passaggio del suo discorso di giuramento alle Camere, durante il quale ha richiamato il governo per un ricorso eccessivo alla decretazione d’urgenza e alle questioni di fiducia, e ha lanciato un appello all’esecutivo: “il Parlamento deve poter avere il tempo di discutere le norme che arrivano da palazzo Chigi e deve poter recuperare la sua funzione di potere legislativo”.

“Nell’indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento, particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese – ha detto Mattarella – è necessario che il Parlamento sia posto in condizione sempre di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati”.

Il Capo dello Stato ha aggiunto: La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi. Appare anche necessario un ricorso ordinato alle diverse fonti normative, rispettoso dei limiti posti dalla Costituzione”, 

Il richiamo che il Presidente della Repubblica ha rivolto al governo, non è una novità, nel luglio scorso, promulgando il ddl di conversione del decreto Sostegni bis, Mattarella aveva inviato una lettera ai presidenti delle Camere e al capo del governo, con cui si chiedeva di evitare che i provvedimenti d’urgenza diventassero veri e propri decreti ‘omnibus’ con norme molto diverse tra di loro.