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Mattarella riconfermato PdR: Salvini da capitano diventa mozzo e Meloni incredula incassa

Sergio Mattarella riconfermato Presidente della Repubblica quasi all’unanimità. Dopo sei giorni di votazioni in cui è successo di tutto, la coalizione di centro destra fa Harakiri, si inginocchia e vota il candidato voluto dal Pd. Giorgia Meloni è incredula per la scelta di Salvini, ma va all’incasso dei voti che inevitabilmente perderà la Lega

In questi sei giorni di votazioni per eleggere il successore di Sergio Mattarella si è visto di tutto, ma a ben guardare ed in considerazione del risultato finale, è sembrata più una fiction di basso livello che uno dei momenti più importanti della storia della Repubblica Italiana. Si è partiti da quella che prometteva di essere una storia nuova ed avvincente con un finale pirotecnico ed invece alla fine si è rivelata la solita storia “Gattopardiana” del cambiare tutto per non cambiare niente.

Il vincitore di questa partita a scacchi è solo il PD di Enrico Letta, che fin dal primo momento ha messo in campo due opzioni: Mario Draghi o in alternativa la Riconferma di Mattarella e così alla fine è stato. Tutti gli altri hanno perso, compreso il Presidente Mattarella, che dopo avere detto in tutte le lingue del mondo che “non avrebbe mai accettato un secondo mandato”, fatto le valige, riempito gli scatoloni e preso una una casa, di fronte alla processione in “ginocchio” dei rappresentanti di quasi tutti partiti, tira fuori la formula magica: “ Se serve ci sono, anche se avevo altri piani”.

Frase bella e ad effetto, ma che cozza con lo stesso principio enunciato da Mattarella che aveva puntualizzato che sette anni sono tanti e che l’eccezione di Napolitano tale doveva rimanere ed anzi era auspicabile che il principio venisse scritto in costituzione in modo chiaro. Sergio Mattarella rimane Presidente, ma non è tra i vincitori di questa partita.

Il premier Mario Draghi ne esce decisamente ammaccato, ma il rumore della sua pietosa caduta si è confuso con la caduta di chi gli si opponeva. Draghi infatti, proposto dal Pd, il volto d’Europa, che a differenza di quanto viene narrato era in in campo e come, ma non ha trovato spazio: semplicemente in tutti partiti, PD compreso, in molti non lo avrebbero votato, partendo dalla componente di Franceschini fino agli ex renziani ancora PD. Un boccone molto amaro da digerire per l’ego di Draghi, che però ha “mitigato i danni” tenendo in mano le redini del problema mentre gli avversari – centro destra in primis – si suicidavano in autonomia: a dare la conferma che Mattarella fosse disponibile alla rielezione è stato infatti proprio Draghi dopo un lungo colloquio di più di un’ora tra i due.

Ed ora tocca passare a chi col proprio tonfo è riuscito a coprire, almeno in parte, quello di Draghi.

Peggio del premier esce infatti Silvio Berlusconi, che con le vicende legate alla bocciatura della Presidente del Senato Casellati, ha di fatto spappolato Forza Italia, che potrebbe dividersi ora in due nuovi soggetti. Una fine ingloriosa per un uomo che, evidentemente, non ha più il tempo di pensare ad una lenta rinascita politica.

Ma il vero “Re degli sconfitti” è senza alcun dubbio Matteo Salvini, ovvero colui che si fregiava del titolo di “Capitano”, ma che da questa vicenda esce da “mozzo”. Il leader della Lega, si è mosso in modo scomposto, lanciando nomi a destra e manca come se fossero noccioline, nomi o meglio personalità tutti puntualmente bocciati; solo per poi accettare supinamente la rielezione di Mattarella ordinato da Draghi e dal suo segretario, il Segretario PD Letta.

Un discorso a parte merita il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, l’unica nel centro destra che ha mantenuto le sue idee ed non ha votato per la riconferma del Presidente, che alla notizia del sì di Salvini a Mattarella, su Facebook, ha commentato: “Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci”. Una posizione chiara e lineare che probabilmente le consentirà di rosicchiare altre percentuali di votanti alla Lega.