Vitamina D: Ormone indispensabile dall’infanzia alla vecchiaia
Con l’arrivo della bella stagione il sole torna ad essere presente costantemente nei nostri cieli siciliani, e questo è il momento per iniziare a fare scorta di vitamina D.
La vitamina D è una vitamina liposolubile, scarsamente presente negli alimenti, che si accumula nel fegato e nel tessuto adiposo grazie, soprattutto, all’esposizione ai raggi solari.
La definizione liposolubile, indica la sua capacità di distribuirsi molto bene nei tessuti ricchi di grassi, per questo motivo lo spazio in cui questo ormone si deposita è molto maggiore nelle persone con eccesso di peso. Per tale ragione maggiore è il peso corporeo, maggiore è la quantità di vitamina D che deve essere assunta per raggiungere livelli ottimali nel sangue.
Questa molecola, in realtà, a dispetto del suo nome, non è tanto una vitamina quanto un vero e proprio ormone che regola il metabolismo del calcio.
Stati di carenza
La carenza di vitamina D, negli ultimi decenni, sta diventando molto più frequente che in passato; a lamentarne un deficit sono soprattutto le persone anziane (costrette in casa o nelle strutture di ricovero e che quindi non riescono a godere a sufficienza dell’irradiazione solare), coloro che non si possono esporre al sole a causa di problemi dermatologici, le persone con la pelle scura, le donne che indossano veli o che comunque espongono scarsamente il loro corpo al sole, le persone che fanno uso di filtri solari (protezioni molto elevate), le persone obese o che soffrono di patologie che interferiscono con l’assorbimento della vitamina D, come la celiachia.
Quanta e quando serve
La vitamina D è fondamentale a tutte le età, anche se il fabbisogno è molto diverso: si parte dalle 200 unità\die per i bambini e gli adulti, alle 400 unità\die per le persone di età compresa fra i 50 e i 70 anni fino alle 600 unità per gli anziani con più di 70 anni.
Una carenza di vitamina, in età pediatrica, incide negativamente sulla calcificazione ossea, mentre in età avanzata contribuisce a causare l’osteoporosi.
La vitamina D, infatti, gioca un ruolo chiave nel metabolismo del calcio e del fosforo e una sua carenza, si riflette in un’aumentata fragilità ossea.
In assenza di adeguati livelli di vitamina D attiva nel sangue, il calcio contenuto negli alimenti non viene assorbito adeguatamente nell’intestino e quindi l’organismo è costretto a mobilizzare le scorte interne rappresentate dall’osso attraverso un altro ormone coinvolto nella regolazione del metabolismo del calcio, il paratormone. Se questo meccanismo si prolunga per tempi lunghi l’osso viene progressivamente indebolito ed esposto a rischio di frattura.
Una vitamina, tante forme
La vitamina D è è disponibile in diverse forme, da qui i diversi nomi che si possono leggere sulle confezioni dei prodotti o dei farmaci che la integrano.
Il colecalciferolo o vitamina D3 rappresenta la forma inattiva dell’ormone ed attivata dall’esposizione ai raggi solari; in questa forma la vitamina D è anche abbondante nel fegato, negli oli di pesce e in alcuni pesci marini come aringa, salmone e sardina.
L’ergocalciferolo o vitamina D2 è di origine vegetale, si assume quindi con il cibo, ma è una forma molto meno attiva del colecalciferolo (da 50 a 100 volte).
Il calcifediolo e il calcitriolo, infine, sono forme modificate della vitamina D.
Le distinzioni non sono solo semantiche ma sostanziali e, soprattutto, fondamentali in caso di terapia.
Quando si ha solo una carenza di vitamina D, di solito è sufficiente ricorrere a una supplementazione con calciferolo o calcifediolo, mentre nei pazienti affetti da insufficienza renale cronica o ipoparatiroidismo si deve ricorrere all’uso del calcitriolo, la forma di vitamina D già attiva che non deve subire proprio il processo di attivazione a livello di fegato e reni.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.