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Mentre il leader di Hezbollah minacciava Israele: “avrà la giusta punizione”, l’Idf bombardava il libano

È salito a 20 morti e 450 feriti il bilancio delle vittime per le esplosioni dei walkie talkie e delle radio degli Hezbollah in Libano avvenute all’indomani dello scoppio dei cercapersone che hanno provocato 18 morti e oltre 4000 feriti. Nasrallah ha definito le esplosioni “atti terroristici” compiuti dal governo di Tel Aviv

Per il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah “È una ‘dichiarazione di guerra’ al Libano”, definendo “un atto terroristico” l’ondata di esplosioni in Libano da parte di Israele contro il popolo libanese e la sovranità del Paese. Nasrallah ha affermato che il “nemico israeliano” ha “superato tutte le linee rosse” e ha preso di mira molti dei siti in Libano all’inizio di questa settimana. Le detonazioni si sono verificate anche in farmacie, ospedali, mercati, negozi, case, automobili e nelle strade dove si trovavano molti civili, in migliaia di feriti, con traumi di vario genere. Tra le vittime anche donne e bambini.

Mentre il leader di Hebollah iniziava il suo discorso, jet israeliani hanno sorvolato a bassissima quota Beirut, l’aviazione israeliana ha effettuato una serie di violenti raid lungo tutto il confine fra Libano e Israele, dalla zona di Tiro a ovest a quella di Hasbaya a est. La Bbc sottolinea che il passaggio degli aerei ha provocato un fortissimo rumore. Secondo il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour che citafonti locali, gli attacchi hanno preso di mira Jennata, Deir Kanoun el-Nahr, Mjadel, Markaba, Qabrikha, Bani Hayan, Mansouri, Deir Amess, Hasis, Deir Antar, Haniyé, Zebqine, Froun e Rab el-Talatine. Secondo le fonti citate dal giornale, i bombardamenti hanno preso di mira soprattutto valli e aree boschive e diverse località sono state prese di mira per la prima volta dall’8 ottobre.

“Israele ha superato tutte le linee rosse”, ha detto Hassan Nasrallah nell’atteso discorso alla nazione . “La brutalità di questo crimine non può essere espressa”, gli ha fatto eco il primo ministro libanese Najib Mikati, “siamo in guerra, considerando ciò che vive il nostro popolo nel sud del Libano da 11 mesi”. Nasrallah non ha usato mezzi tremini, il “nemico israeliano” ha pianificato gli attacchi per creare una spaccatura nel gruppo e causare divisione. Ma sostiene che i massimi funzionari di Hezbollah non avevano con sé il modello dei cercapersone esplosi. “La nostra infrastruttura non è stata scossa”, afferma, aggiungendo che al contrario è “robusta, potente, decisa e non può subire conseguenze da un simile attacco”.

Il capo di Hezbollah ha sottolineato che il gruppo ha subito un colpo “molto duro”, descrivendo gli attacchi come “senza precedenti” in Libano, aggiungendo che sono stati formati dei comitati di inchiesta per studiare come sono avvenute le esplosioni, e che aspetterà di vedere le valutazioni di quelle indagini. “Abbiamo ricevuto un attacco molto duro. Ma questo è uno stato di guerra”. Ha poi denunciato come gli attacchi con i cercapersone abbiano avutolo scopo di “uccidere 4.000 persone in un solo momento”. “Questa era l’intenzione del nemico, e questa è la portata dei sui crimini”. Poi, con fare provocatorio, ha chiesto: “Come possiamo chiamare questo tipo di azione? E’ una grande operazione? E’ un genocidio? E’ un massacro?”.

Infine il monito a Israele: il gruppo continuarà ad agire per non “abbandonare i compagni di resistenza” a Gaza e la popolazione della Striscia e della e Cisgiordania. Nasrallah ha affermato che gli attacchi di questa settimana in Libano avevano lo scopo di “mettere in ginocchio” Hezbollah. Rivolgendosi al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che le operazioni di Hezbollah nel sud del Libano non si fermeranno fino a quando la guerra non sarà terminata. “Lo dico chiaramente: a prescindere dalle conseguenze, dai sacrifici e dagli scenari che si apriranno, la resistenza libanese non smetterà di sostenere la resistenza a Gaza e in Cisgiordania e tutti gli aggrediti nei territori occupati”.