Messina. 13enne disabile allontanato con i genitori può tornare a casa: tribunale della Libertà ribalta la sentenza


Maria Grazia Cucinotta ha raggiunto il suo scopo: il ragazzino disabile allontanato insieme ai genitori potrà tornare a casa, il tribunale della Libertà ha revocato il provvedimento restrittivo

Ha avuto un lieto fine la vicenda del 13enne disabile allontanato da casa insieme ai genitori, il tribunale della Libertà di Messina ieri, ha revocato ai genitori del 13enne il divieto di avvicinamento alla casa dei vicini, che era stato emesso da un giudice del Tribunale ordinario, a seguito delle diverse denunce sporte dai vicini.

Nel pomeriggio di ieri, i giudici Maria Giuseppa Scolaro, a latere Alessia Smedile e Chiara Di Dio Datola del tribunale della Libertà di Messina, hanno accolto il ricorso degli avvocati della coppia Antonio Amata e Nino Favazzo, contro l’ordinanza con cui il gip di Messina, che aveva disposto il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dei genitori del ragazzo all’abitazione occupata dai vicini.

Ad accendere i riflettori su questa vicenda era stata l’attrice Maria Grazia Cucinotta, con una dichiarazione rilasciata all’agenzia Ansa: “Il ragazzino – ha dichiarato l’attrice – è affetto da Adhd, una grave sindrome psichica. È una storia paradossale”. Poi la Cucinotta ha reso noti i dettagli:“Il provvedimento emesso dal gip di Messina è stato adottato perché una coppia di vicini, dicendosi esasperata dal comportamento del ragazzo, ha presentato una serie di denunce. Il giudice ha addirittura deciso di applicare il braccialetto elettronico ai genitori del giovane, per dissuaderli dall’avvicinarsi all’abitazione”.

Infine l’attrice aveva lanciando anche un appello ai magistrati affinché rivedessero il provvedimento, cosa che ieri è avvenuta.

Il giudice, dopo il clamore mediatico, aveva replicato sostenendo che provvedimento era stato disposto nei confronti dei genitori e non del ragazzino. Vero, ma di fatto aveva prodotto effetti gravemente destabilizzanti sul precario equilibrio psichico del figlio minore della coppia, purtroppo affetto da grave disabilità, che non potendo vivere a casa da solo, di fatto era stato proprio lui ad essere stato allontanato. La famiglia a seguito del provvedimento che prevedeva anche il braccialetto elettronico per i genitori, fu costretta a lasciare la casa di abitazione di notte in fretta e furia, rifugiandosi provvisoriamente presso dei parente.

Dopo la nuova sentenza, gli avvocati Amata e Favazzo della famiglia, hanno espresso soddisfazione e hanno dichiarato: “Non conosciamo ancora la motivazione della ordinanza di accoglimento del ricorso, ma riteniamo che le argomentazioni poste a sostegno delle ragioni di insussistenza della condotta di stalking oggetto della incolpazione provvisoria, siano state ampiamente condivise dal Collegio, così comportando la revoca immediata della misura cautelare”.

“Non vi è dubbio che tra le due famiglie – continuano i due legali – vi siano stati e ci siano contrasti di varia natura, che hanno portato a denunce reciproche e reiterate nel corso degli anni, ma che ciò potesse essere qualificato in termini di stalking è subito apparso, a questa difesa, difficilmente sostenibile. Ciò era già stato evidenziato al gip in sede di interrogatorio di garanzia, cui, richiamando la copiosa documentazione prodotta, si era chiesto, inascoltati, la revoca della disposta cautela”.

“Il risultato oggi ottenuto, – concludono Amata e Favazzo – anche per la autorevolezza del Giudice da cui proviene e per la celerità della pronuncia, restituisce ai nostri assistiti ed a quanti sono stati loro vicini in questo difficile momento, la fiducia dagli stessi da sempre riposta nella Giustizia. Ci auguriamo che la decisione di oggi possa esser di monito per chi non ha agito con la sensibilità che il caso imponeva, rivolgendo le proprie accuse anche e soprattutto all’indirizzo di un minore disabile, incurante di procurare allo stesso un sicuro ed estremo disagio”.