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Migrante drogato, senza patente e con gamba ingessata investe e uccide bimbo 12enne e scappa: arrestato

Arrestato dalla polizia locale di Milano Nour Amdouni, l’immigrato ventenne che ha investito e ucciso Mohanad Moubarak, un bambino di undici anni che era in bicicletta

La tragedia si è verificato lo scorso 9 agosto in via Bartolini, poco distante dalla circonvallazione esterna, all’altezza di viale Monte Ceneri a Milano. Nour Amdouni quel giorno guidava sotto effetto di droga, senza patente e con una gamba ingessata e andava a una velocità “non inferiore a 90 chilometri all’ora” in una zona dove il limite è di 50, quando ha speronato il bambino di 11 anni  trascinando la bici per oltre venti metri.

L’immigrato inoltre dopo l’impatto non si è fermato per soccorrerlo, ma è scappato senza rallentare a bordo della Smart con targa svizzera, intestata a un’azienda elvetica, che nell’urto si è gravemente danneggiata. L’auto è stata trovata poco dopo. L’investitore dopo essere fuggito senza neanche fermarsi, alcune ore dopo si è costituito.

Il pm Carlo Ferracane ha chiesto la misura cautelare, che il gip ha concesso. La richiesta si basa proprio sulla “gravissima condotta di guida” dell’uomo, che oltre all'”essersi messo alla guida dell’auto senza aver mai conseguito la patente di guida, in stato di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione sostanze stupefacenti”, ha “condotto il mezzo a velocità elevata e pure in presenza di un’ulteriore impedimento fisico legato al fatto di avere una gamba ingessata”. Una “allarmante freddezza e lucidità dimostrata in occasione del violentissimo impatto con la parte offesa”, sottolinea il pm.

Amdouni inoltre è subito scappato “senza prestare soccorso e assistenza, e senza curarsi minimamente, soltanto per umana pietà, delle sorti del ragazzino poco prima investito”. Un quadro che “denota un’elevata pericolosità sociale dell’indagato e l’inequivoca incapacità di autocontrollo”.

Nella nota della procura firmata dall’aggiunto Tiziana Siciliano si precisa che “l’indagine ha accertato come l’uomo guidasse in una strada il cui limite è di 50, a una velocità “non inferiore ai 90 km/h”. La Smart che guidava è intestata ad una società svizzera ed è grazie al ritrovamento dell’auto che gli agenti della polizia locale hanno identificato in poche ore l’uomo alla guida e si sono recati al suo domicilio, in via Prealpi, senza trovarlo. Solo dopo le 4 del mattino successivo, Amdouni si è recato al comando di zona.

La scelta di consegnarsi alla polizia “dopo oltre tre ore e mezza dal sinistro – scrive il pm nella richiesta di custodia cautelare – non può essere letta quale concreto segnale di resipiscenza, ma è con tutta evidenza il frutto di un calcolo opportunistico e strategico ben preciso, finalizzato esclusivamente – venuta meno la flagranza del reato e la possibilità di essere tratto in arresto – a evitare con la presentazione alla polizia locale di essere sottoposto a un provvedimento di fermo”, perché sarebbe venuto meno anche il pericolo di fuga.