“Si tratta di una normativa europea, ne abbiamo solo anticipato l’entrata in vigore”, spiega il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in conferenza stampa dopo l’approvazione del decreto
Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legge sui Paesi sicuri che ha l’obiettivo di ‘blindare’ gli hotspot in Albania dopo l’annullamento dei primi respingimenti deciso dalla magistratura e mira superare l’impasse creata dalla decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento di alcuni migranti nel centro di Gjader in Albania, in quanto provenienti da Paesi non sicuri.
Il decreto legge approvato in Cdm reca ‘disposizioni urgenti in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale’ e nella nuova lista indica 19 Paesi che l’Italia considera sicuri escludendo Camerun, Colombia e Nigeria.
Con il decreto di oggi diventa “fonte primaria l’indicazione dell’elenco di 19 Paesi sicuri sugli originali 22: abbiamo tenuto conto dell’integrità territoriale ed escluso Camerun, Colombia e Nigeria”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nel corso della conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri.
“Si tratta di una normativa europea, ne abbiamo solo anticipato l’entrata in vigore: normativa che entrerà in vigore nel giugno 2026 e che riteniamo essere ancora più stringente”, ha detto Piantedosi, aggiungendo che “per le definizione di Paese sicuro conterà la percentuale di approvazione delle richieste d’asilo accettate, basterà il 20% e i Paesi compresi nel decreto già rispettano quella soglia. Ci sono Stati europei che chiedono che la normativa in questione sia addirittura anticipata”.
“Il nocciolo della sentenza della Corte di giustizia europea è che il giudice deve, nel momento in cui si pronuncia, dire in maniera esaustiva e completa, nel caso di specie, quali siano le ragioni per cui per quell’individuo quel determinato Paese non è ritenuto sicuro. Nelle motivazioni dei decreti al centro del dibattito in questi giorni” questo non c’è, ha affermato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Redazione Fatti & Avvenimenti