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Migranti. Dalla Tunisia alla Sicilia per 3mila euro a tratta: 14 fermi anche agrigentini, il “Capo” progettò attentato ai carabinieri


Fadhel Moncer, a capo dell’organizzazione, aveva progettato un attentato dinamitardo a una caserma dei carabinieri

Migranti. Dalla Tunisia alla Sicilia per 3mila euro a tratta: 14 fermi anche agrigentini

Migranti. Dalla Tunisia alla Sicilia per 3mila euro a tratta: 14 fermi anche agrigentini

Gepostet von FattieAvvenimenti SciaccaeProvincia am Dienstag, 15. Januar 2019

14 provvedimenti di fermo nei confronti di italiani e stranieri appartenenti ad un sodalizio criminale che avrebbe gestito il traffico di migranti tra la Tunisia e le coste siciliane con gommoni veloci, ad eseguirli stamane i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, in collaborazione con personale dello S.C.I.C.O. e dei Comandi Provinciali di Trapani e Agrigento, nonché del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo e del Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare.

Da quanto scoperto fino ad ora, a capo del gruppo criminale responsabile di decine e decine di sbarchi negli ultimi 2 anni, vi era il tunisino Fadhel Moncer, già arrestato nel 2012 per un traffico di armi e droga tra Francia e Italia, noto per aver pianificato di far saltare in aria una caserma dei Carabinieri, solo le manette gli impedirono di portare a termine il piano.

“Faccio saltare la caserma, già sto mettendo da parte, ogni volta, uno-due chili… appena cominciano ad essere cinquanta, cento chili, ti faccio sapere com’è… ti faccio spostare tutta la caserma a mare”, diceva Moncer sotto intercettazione. “Arrivo a scoppiare una bomba dietro la caserma dei carabinieri a Marsala, che succede? Sai, gli sbirri scappano da Marsala”. L’arresto del 2012 fece saltare il progetto.

 

Oggi, 14 i fermati da lui capeggiati sono accusati a vario titolo di sfruttamento dell’immigrazione clandestina, contrabbando di tabacchi lavorati e fittizia intestazione di beni e attività economiche.

Alcuni dei fermati sono stati beccati al porto di Palermo, mentre stavano per partire per la Tunisia, con oltre 30mila euro di denaro contante al seguito.

Attualmente i fermati dalla GDF sono: Fadhel (alias Giovanni, alias Boulaya) Moncer, nato in Tunisia, 38 anni, Fakhri Moncer, nato in Tunisia 35 anni, Bessem Elaiba, nato in Tunisia, 34 anni, Moussa Hedhili, nato in Tunisia, 26 anni, Nabil Zouaoui, nato in Tunisia, 55 anni, Filippo Solina, nato a Lampedusa, 51 anni, Salvatore Spalma, nato ad Agrigento, 30 anni, Francesco Sacco nato a Porto Empedocle, 53 anni, Antonino Lo Nardo, 43 anni, nato a Palermo, Giulio Di Maio, 32 anni, nato a Palermo, Vincenzo Corda, 35 anni, nato a Palermo, Pietro Ilardi, nato a Palermo, 44 anni. Due persone risultano ancora ricercate.

Fino a 3.000 euro poteva fruttare un singolo viaggio per arrivare clandestinamente dalla Tunisia alla Sicilia fatto a bordo di gommoni carenati con potenti motori fuori bordo – spesso rubati – capaci di farli viaggiare a grande velocità, tanto da trasportare fino a 15 persone in poche ore. Ai migranti l’organizzazione garantiva anche la possibilità di un “regolare” contratto di lavoro, ovviamente fittizio.

Ampio il sequestro attualmente in corso da parte della Guardia di Finanza, che raggiunge il valore di ben 3 milioni di euro. E’ in corso infatti il sequestro di 3 aziende del trapanese riconducibili al capo dell’organizzazione – un ristorante, un cantiere nautico e una azienda agricola –, nonchè di diversi immobili, automezzi, due pescherecci, denaro contante e disponibilità finanziarie.

Un’organizzazione ben strutturata che si stava creando un piccolo impero economico, quella di cui era a capo Fadhel Moncer, il tunisino che in alcune intercettazioni telefoniche ha ammesso di aver sollecitato la falsificazione di verbali di arresto e di aver pagato tangenti ai funzionari locali della polizia tunisina della città di Kelibia a causa del fermo di un suo complice.

Almeno in sette viaggi inoltre, l’organizzazione avrebbe portato in Italia tabacchi di contrabbando per un valore di centinaia di migliaia di euro, che poi venivano rivenduti attraverso una fitta rete di agganci nei mercati rionali palermitani.

Durante le indagini è stato anche arrestato per traffico di sostanze stupefacenti uno dei complici di “Barbanera”, soprannome affibbiato a Moncer – che ha dato il titolo all’intera operazione di oggi – proprio per questa sua caratteristica fisica. Il complice è stato sorpreso con 30 kg di hashish al casello autostradale di Buonfornello.

L’organizzazione era ben ramificata sia in Sicilia che in Tunisia, con basi operative a Mazara del Vallo, Marsala, Palermo, Lampedusa e Chebba.

Indicative alcune intercettazioni ambientali in cui emergeva che: “Mazara è loro, ci sono solo loro tunisini”.