Uno scontro forte quello che si sta consumando in questi giorni sul caso dei migranti a bordo della nave della Guardia Costiera “Diciotti”
“Il Procuratore di Agrigento ha chiesto ufficialmente i miei dati anagrafici. Per fare cosa???
Non perda tempo, glieli do io. Matteo Salvini, nato a Milano il 9/3/1973, residente a Milano in via xxx, cittadinanza italiana.
Se vuole interrogarmi, o magari arrestarmi perché difendo i confini e la sicurezza del mio Paese, ne sono fiero e lo aspetto a braccia aperte!
P.s.
Nonostante insulti, minacce, inchieste e vergogne europee, sto lavorando per chiudere la “pratica Diciotti” senza che a pagare stavolta siano gli Italiani, visto che abbiamo accolto e speso abbastanza.
Vi voglio bene Amici!”
Queste le dure parole di Matteo Salvini alcuni minuti fa sulla sua pagina Facebook, il Ministro degli Interni non sembra per nulla intimorito dall’azione giudiziaria che sembra stia per interessarlo.
L’inchiesta aperta dal Tribunale di Agrigento è stata però trasmessa per competenza.
Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha fatto sapere infatti oggi pomeriggio – dopo l’audizione al palazzo di giustizia di Roma del capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’immigrazione, Gerarda Pantalone, e del suo vice Bruno Corda – che trasmetterà il fascicolo al tribunale dei ministri di Palermo, essendo la Procura Agrigentina non più competente dato che adesso è il Ministro dell’Interno Matteo Salvini il principale indagato per i presunti reati di: sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.
Nel registro degli indagati è finito anche il capo di gabinetto del ministro.
Di seguito il Comunicato del Procuratore Patronaggio:
“La Procura della Repubblica di Agrigento, al termine dell’attività istruttoria compiuta a Roma, ha deciso di passare a noti il fascicolo relativo al mancato sbarco degli immigrati dal pattugliatore U. Diciotti, già iscritto per i reati di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Iscrivendo due indagati e trasmettendo doverosamente i relativi atti alla competente procura della Repubblica di Palermo per il successivo inoltro al cosiddetto tribunale per i ministri della stessa città.
Tale procedura prevista e imposta dalla legge costituzionale 16/1/89 n.1, permetterà, con tutte le garanzie e le immunità previste dalla medesima legge, di sottoporre a un giudice collegiale specializzato le condotte poste in essere dagli indagati nell’esercizio delle loro funzioni. Uno dei quali appartenente ai qualificati soggetti indicati dall’articolo 4 della norma costituzionale.
Come è noto infine ogni eventuale negativa valutazione delle condotte di cui sopra, dovrà essere sottoposta alla autorizzazione della competente Camera”.
Giornalista Direttore responsabile di Fatti&Avvenimenti. Nato a Partinico (PA), ma saccense. Ha sempre vissuto a Sciacca, dove fin da giovanissimo si è appassionato alla politica locale. Scrive da quando aveva 17 anni, scrive di tutto perché “così è giusto che sia”. Ha scritto principalmente per il giornale ControVoce di Sciacca e per il Fatti&Avvenimenti, ma suoi articoli sono apparsi anche sui quotidiani La Valle dei Templi.net, LinkSicilia (MeridioNews), La Voce di New York e tanti altri giornali agrigentini, regionali, nazionali ed internazionali. Da Gennaio 2017 è corrispondente italiano per la rivista francese Lumieres Internationales Magazine. Scrittore a tempo perso. E’ anche uno studente di Giurisprudenza. Coltiva da anni la passione della musica e del canto ed ha una sua band. Non chiedetegli cosa voglia fare da grande, perché non lo sa.