Scontro aperto tra governo e giudici sui migranti. Il tribunale di Catania non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall’Egitto, che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato. Per l’esecutivo è una “scelta politica che non spetta ai giudici”
Dopo il pronunciamento del tribunale di Roma che ha portato al nuovo decreto sui Paesi sicuri, ieri anche i giudici di Catania hanno applicato la normativa europea ritenendola prevalente su quella nazionale: per il tribunale di Catania “l’Egitto non è un Paese sicuro”.
“Una lista di paesi sicuri non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità di tale designazione con il diritto dell’Unione europea e in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani che investono le libertà di un ordinamento democratico” scrive il giudice Massimo Escher. Il provvedimento di Catania è il primo dopo il decreto sui Paesi sicuri firmato dal Governo Meloni.
Ma differenza di quanto accaduto a Bologna, il Presidente Escher ritiene di non dover chiedere un parere alla Cgue. Come “in tutti i casi in cui la corretta interpretazione del diritto dell’Unione si impone con tale evidenza da non lasciare adito a ragionevoli dubbi”, scrive citando la giurisprudenza della stessa Corte Ue.
La designazione dell’Egitto come Paese d’origine sicuro, nel decreto del 23 ottobre non presenta eccezioni per gruppi di persone a rischio, com’era invece nel precedente elenco “per gli oppositori politici, i dissidenti, gli attivisti e i difensori dei diritti umani o per coloro che possano ricadere nei motivi di persecuzione di cui all’articolo 8, comma 1, lettera e) del Decreto Legislativo 19 novembre 2007, n. 251″.
Alla luce della sentenza della Cgue del 4 ottobre, secondo i giudici di Roma che hanno esaminato i trattenimenti in Albania si trattava di eccezioni non ammesse dalla vigente normativa europea: il Paese è sicuro per tutti o non lo è per nessuno. Proprio per aggirare l’ostacolo, il governo ha deciso di riscrivere la lista e di cancellare ogni eccezione. E tuttavia il Tribunale di Catania dice oggi che non basta.
Matteo Salvini non ci sta e accusa le toghe: “Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo!” ha detto il vicepremier e ministro commentando la decisione del giudice di Catania che ha annullato un trattenimento.
A seguire è arrivata una nota della Lega: “L’Egitto è una meta sempre più gettonata per le vacanze, tanto che nel 2023 ha segnato un numero record di visitatori: 14,9 milioni, di cui 850mila dall’Italia”. Poi l’affondo: “In altre parole, l’Egitto è un Paese sicuro per tutti, tranne che per i clandestini che – secondo alcuni giudici di sinistra – non possono tornarci. Pensare che, per la sinistra e l’Anm, a essere insicura dovrebbe essere l’Italia perché governata dal centrodestra. Eppure, per Pd e toghe rosse i clandestini devono rimanere tutti qui”.
Redazione Fatti & Avvenimenti