Ufficialmente la due giorni siciliana di Maria Elena Boschi doveva servire per promuovere i comitati del “SI” al referendum costituzionale di ottobre, ma nei fatti è stata la promozione della candidatura di Davide Faraone per il dopo Crocetta.
La battuta non doveva dare l’impressione di essere preparata. Sapientemente studiata, è stata buttata lì, quasi per caso, ma ai “volponi” della politica, la cosa è sembrata ben preparata e concordata.
La boschi, con nonchalance infatti prima di andare via dalla Sicilia si lascia “scappare” la frase fatidica: “Davide Faraone ha le carte in regola per fare il governatore”, battuta che di fatto, lancia il Sottosegretario dell’Istruzione, per la corsa a Presidente della Regione nel 2017.
Quindi si conferma la preferenza della “spartizione” delle poltrone verso i petali del giglio magico di Renzi. Ovviamente la Boschi questo non lo dice, ma lo si comprende da come il ministro si è mossa in questa due giorni siciliana.
A suggello di questa candidatura, erano presenti un po tutti i “cortigiani” interessati. C’erano ex di destra ed ex di sinistra, c’erano pezzi ‘forti’ della Forza Italia del 61 a 0 ma anche di quella che una volta fu An. Ed ancora, centristi, moderati e democristiani di sinistra ma anche tanti e tanti ex cuffariani.
Insomma una vera e propria anticipazione del “Partito della nazione”, è questa, è l’unica cosa che resta della due giorni siciliana della Boschi, solo il lancio della candidatura dell’uomo di punta renziano presente sul luogo.
Ma al solito i commensali potrebbero avere fatto i conti senza l’oste: tanti i generali presenti di tutti i partiti e le correnti, ma solo generali. Questa gente, probabilmente ha perso il contatto e non solo con l’elettorato che fu, ed oggi si ritrovano a rinverdire fasti e tempi che quasi certamente non torneranno indietro e Davide Faraone candidato, non aiuta… di fatto è “il MENO amato dai siciliani”.