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Moldova. 60.000 in piazza a Chisinau contro governo: polizia reprime manifestazione con violenza

La situazione rischia ora di diventare incandescente in Moldova. Ilan Shor, leader Partito di opposizione Shor: “Da oggi pieno diritto a disobbedienza civile, Maia Sandu come Gheddafi, è un regime dittatoriale”

Video diffusi dall’opposizione

Ancora proteste domenica scorsa in Moldova contro il presidente pro-UE Maia Sandu. Ieri, circa 60.000 persone sono scese in piazza a Chisinau, la capitale del Paese, per protestare contro l’aumento generalizzato dei prezzi e contro il governo guidato dal Presidente Maia Sandu. 

Secondo uno dei leader della manifestazione, Dinu Tsurkanu: “Circa 60.000 persone si sono riunite per la manifestazione a Chisinau”, svolta sulla strada di Stefano III il Grande, con la polizia che ha sigillato l’accesso alla piazza principale. I manifestanti hanno intonato vari slogan come: “Abbasso il governo!”, “Abbasso il presidente Maia Sandu!”, “Elezioni anticipate!”, “No alla dittatura!”.

Durante la manifestazione, che ha visto ancora una volta montare tende e sacchi a pelo su strade e marciapiedi, come in altre precedenti manifestazioni che si sono svolte durante tutta l’estate, i parlamentari del partito di opposizione Shor e del Partito Comunista della Moldova hanno tenuto dei comizi.

I manifestanti accusano il governo per la difficile situazione economica in cui versa il Paese, attanagliato dall’inflazione e dal calo del tenore di vita, lamentando che il governo non ha voluto dialogare con la Russia per ottenere prezzi del gas migliori e per aver arrestato membri dell’opposizione.

La manifestazione, che aveva mantenuto toni comunque pacifici, è stata però brutalmente repressa dalle forze di polizia in serata, con l’intervento di “migliaia” – secondo fonti locali –  di poliziotti contro i manifestanti pacifici e le tende che avevano montato per strada.

“Questo è il vero volto di Maia Sandu, che guida un regime dittatoriale”. Queste le parole del presidente del Partito Shor Ilan Shor, sottolineando che il presidente Maia Sandu “ha violato gravemente la Costituzione, il popolo ha il diritto, da oggi, di manifestare disobbedienza civile”.

“Maia Sandu oggi è diventata sinonimo di Gheddafi e di altri come lui. Cioè, si tratta, di fatto, di un regime dittatoriale, che Maia Sandu ha dimostrato di guidare nella Repubblica di Moldova. Come puoi chiamarlo altrimenti, quando mandi 3.000 poliziotti su 600 nonne?”, ha detto Ilan Shor.

“Maia, quello che hai fatto oggi non è stato fatto da nessun governo che ti ha preceduto, che hai chiamato dittatoriale, oligarchico e come vuoi. – continua il leader dell’opposizione – Non si permettevano di comportarsi in quel modo con la gente. Da oggi il governo è fuorilegge. Il governo ha decisamente violato la Costituzione e la legge. Quando la legge non è rispettata dal garante della Costituzione, cioè il presidente, anche il popolo ha il diritto morale di non rispettarla. Da oggi, cari amici, avete pieno diritto a non pagare le bollette della luce, del gas, di non pagare le tasse”, ha detto Ilan Shor.

Parole che sembrano preannunciare l’inizio di gravi disordini nella Moldova a confine con l’Ucraina e che convive con la difficile situazione della Transinistria.