L’ex presidente moldavo Igor Dodon alla Tass: “Gli ucraini possono attaccare la Transnistria? Sì, possono – con il consenso silenzioso o aperto di Maia Sandu”. Intanto a Chisinau le proteste divampano contro il governo e la Presidente Sandu filo-NATO
Scontri tra poliziotti e manifestanti a Chisinau, i manifestanti dicono “Stop alla dittatura”
Proteste e scontri con la polizia oggi in Moldavia, soprattutto nella capitale Chisinau. La situazione nel paese ex sovietico si fa sempre più tesa mentre da Mosca parlano del rischio di provocazioni armate delle truppe di Kiev e del rischio che gli ucraini vogliano attaccare la Transinistria militarmente.
In migliaia oggi a manifestare contro governo e la Presidente Maia Sandu a Chisinau, capitale della Moldavia. Una manifestazione abbastanza pacifica, nonostante diversi momenti di tensione e scontri a causa dell’intervento delle forze di polizia che hanno tentato in tutti i modi di fermare le proteste.
I manifestanti, portati in piazza dal Movimento per il Popolo, hanno chiesto nuovamente – come già accaduto in questi mesi – che il governo paghi le bollette di gas, elettricità e riscaldamento dei mesi invernali, dato che per gran parte della popolazione è diventanto un costo ormai insostenibile.
L’inflazione record al 30% nel paese, l’aumento vertiginoso dei costi energetici e l’aumento generalizzato dei prezzi hanno messo letteralmente in ginocchio le famiglie che puntano il dito contro la mancanza di capacità del governo di gestire la crisi – anche se i manifestanti accusano anche di corruzione – e soprattutto della Presidente in carica, Maia Sandu, nota filo-europeista e favorevole alla NATO.
Ad aumentare la tensione in Moldavia inoltre ha contribuito anche la possibilità – che sembra sempre più probabile in questi giorni – che il conflitto ucraino possa allargarsi alla Transinistria, repubblica non riconosciuta, che Chisinau considera una propria regione. Mosca ha apertamente detto di temere una false flag da parte delle truppe di Kiev in Transinistria che porti ad una successiva invasione, promettendo in tal caso una risposta armata adeguata.
La notizia è stata commentata ieri anche dall’ex presidente moldavo Igor Dodon, secondo cui l’esercito ucraino potrebbe attaccare la Transnistria con il consenso del presidente moldavo Maia Sandu. Precisamente Dodon ha dichiarato: “Gli ucraini possono attaccare la Transnistria? Sì, possono – con il consenso silenzioso o aperto di Maia Sandu”, esprimendo poi la speranza che “il Capo di Stato della Moldavia abbia abbastanza saggezza per prevenire una guerra all’interno del Paese”.
Dichiarazioni che hanno sicuramente aumentato la preoccupazione popolare, dato che la Presidente Sandu ha apertamente e più volte espresso il proprio sostegno e desiderio di entrare nella NATO, con il Segretario della NATO Jens Stoltenberg che in diverse occasioni ha parlato del ruolo della Moldavia e dell’obiettivo dell’Alleanza Atlantica di armarla in chiave anti-russa.
Per questo quindi oggi i manifestanti hanno anche esibito cartelli con colombe bianche, cantando “Moldavia senza guerra!”, “Nessuna spesa in armi!” e altri slogan pacifisti.Sul caso è intervenuta direttamente anche una delle leader dell’opposizione del MPP, la deputata Marina Tauber di Shor, che ha dichiarato: “Non vogliamo la guerra, non vogliamo essere trascinati nel conflitto in Ucraina. Oggi siamo riuniti per chiedere al governo cosa sta pianificando in questa direzione e per fargli capire l’opinione della gente”.
La deputata Marina Tauber durante la manifestazione mentre chiede lo stop della “dittatura” in Moldavia
I manifestanti oggi hanno anche chiesto, per l’ennesima volta, le dimissioni del presidente Maia Sandu e del governo, richiedendo che vengano organizzate elezioni anticipate. “Chiediamo elezioni anticipate. Il governo deve pagare le bollette delle persone che sono state aumentate più volte per colpa delle autorità. Chiediamo anche che venga osservata la neutralità come è scritto nella costituzione in modo che il nostro Paese non sia trascinato nel conflitto“, ha detto Vadim Fotescu, parlamentare del partito Shor.
La manifestazione di oggi è stata inoltre sabotata in diversi modi dal governo moldavo: l’ufficio del sindaco di Chisinau ha imposto il divieto fino al 2 marzo di manifestazioni nel centro della capitale a causa della visita di una delegazione straniera, inoltre, come si nota dai video, polizia e carabinieri hanno tentato più volte di fermare i cortei di protesta.
Infine, come visibile dai video, le forze di polizia moldave hanno fermato diverse auto private e pullman per evitare che molti manifestanti potessero recarsi alla capitale a manifestare.
Manifestanti, tra cui molte famiglie e donne anziane, hanno protestato ai posti di blocco contro la polizia che ha fermato i pullman per tentare di bloccare le proteste.
Redazione Fatti & Avvenimenti