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Montevago. Presentazione del libro di Enzo Sardo ”Regalpetra e le sue parrocchie”


Si è svolta all’interno della Biblioteca Comunale di Montevago alla presenza delle massime autorità comunali, la presentazione del libro di Enzo Sardo ”Regalpetra e le sue parrocchie”.

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Relatori dell’evento, svoltosi qualche giorno fa, il sindaco di Montevago, l’On. Margherita La Rocca Ruvolo, l’avvocato Giovannì Tesè autore della postfazione al libro e l’autore Enzo Sardo.

Il libro racconta di una Racalmuto e di una Sicilia dopo sessant’anni “Le parrocchie di Regalpetra” di Leonardo Sciascia, mettendone in evidenza le enormi differenze economico-sociali, ma anche culturali di due “epoche” così diverse, eppure, così vicine.

La trama del romanzo di Sardo si incentra su una classe di studenti della Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo che seguono le lezioni di letteratura italiana del professore Vernagallo, che li introduce al pensiero di Sciascia. Per questo, la “classe” decide di trascorrere tre giorni a Racalmuto e visitare i luoghi sciasciani: la scuola dove ha insegnato, il circolo che usava frequentare, la chiesa Madre dove lo scrittore andava spesso per incontrare l’arciprete Alfonso Puma, il teatro, il circolo degli zolfatari e la fondazione dedicata a Sciascia.

Uno Sciascia abbastanza inedito quello proposto da Enzo Sardo già sindaco di Racalmuto, che ha scoperto, prove alla mano, uno scrittore dal passato ancora sconosciuto, soprattuto politicamente. Nel libro infatti si parla della gioventù di Sciascia che da giovane partecipò ad alcuni eventi della Democrazia Cristiana, ma non solo, il futuro consigliere del PCI e deputato per il Partito Radicale – si scopre – scrisse anche molti articoli in giornali di indirizzo democristiano tra il 1944 ed il 1951.

Durante la presentazione si è molto discusso sul significato di un’opera che non intende limitarsi ad omaggiare Sciascia, ma evidenziare attraverso lo scrittore racalmutese ed il suo occhio, tutte le differenze e le contraddizioni di un’epoca come il post 2000 dove i sentimenti di carità cristiana, i valori fondamentali della famiglia, l’educazione dei più giovani, appaiono concetti non solo diversi rispetto al periodo della Regalpetra di Sciascia, ma anche meno significativi nell’immaginario collettivo caratterizzato da un consumismo ormai totalizzante ed un sentimento di “bene comune” sempre meno sentito.

In questo senso il volume di Sardo, seppur con una visione politica abbastanza chiara, si propone come un inno alla morale pubblica e all’etica privata che dovrebbero essere insegnate in tutte le scuole di ogni ordine e grado.