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Morti improvvise dopo il vaccino? Parla il dott. Petterle: “Prima un decesso ogni due mesi, ora due a settimana”

Sta accadendo in tutto il mondo, le morti improvvise sono drammaticamente in aumento e nessuno ne parla, ma qualcuno come il dott. Petterle indaga e cerca di dare una spiegazione

Le chiamano “morti improvvise” perché arrivano senza il preavviso di un malore, totalmente inaspettate ed in persone apparentemente sane. Sta accedendo il tutto il mondo e la BBC denuncia un eccesso di mortalità mai registrato, ma pochi ne parlano e “chi prova a parlarne invece di essere ascoltato viene zittito”, come il dott. Valerio Petterle, medico necroscopo dell’Ulss 2 della regione Veneto, ossia colui che certifica i decessi in Veneto che intervistato da La Verità dice: “Tra i defunti di mezza età, uno su due era sano. In tutti noto danni alla ghiandola pineale, come se il loro sistema immunitario fosse deteriorato. Ai cadaveri si fanno ancora tamponi: se positivi, sono allontanati dai parenti”.

Il dott. Petterle ieri sera è stato intervistato anche da un’inviata del programma di Retequattro “Fuori dal coro”, condotta dal giornalista Mario Giordano, ed il medico ha detto: “Ho notato con sgomento una crescita di morti improvvise, che io chiamo morte inattesa, la vedo in persone sane e robuste, ho iniziato anche a chiedere ai colleghi e medici di base, che mi hanno confermato questa cosa”. Poi rispondendo alla domanda della giornalista: “prima capitava una morte ogni due mesi ed adesso purtroppo una o due la settimana”.

Nel servizio in video ci sono tutte le statistiche che dimostrano, numeri alla mano un aumento delle morti improvvise anche del mille per cento.

Il dott. Petterle, che da sette anni, certifica decessi in abitazioni private e Rsa di circa 25 Comuni della Sinistra Piave, la parte orientale della provincia di Treviso, dopo il Co-vid, il suo lavoro è ancora più delicato e complesso a causa delle nuove regole che a suo avviso sarebbero da cancellare, visto che lo stato di emergenza sia terminato dieci mesi fa. Valerio Petterle è specializzato in urologia, medicina legale e criminologia clinica, e il medico necroscopo dell’Ulss 2 della Regione Veneto, competente per la Marca Trevigiana, ed è l’ufficiale di polizia mortuaria, incaricato di certificare il decesso di una persona. Condizione indispensabile, perché l’ufficiale di stato civile ne autorizzi la sepoltura.

Petterle intervistato dal giornale La Verità, parlando degli ultimi due decessi constatati, uomini sani di 54 e 55 anni, spiegando di aver eseguito l’autopsia dice: “Negli ultimi cinque mesi la metà dei decessi è per Sads, la sindrome della morte improvvisa dell’adulto in persone sane, sportive, di mezza età e senza patologie cliniche. Non so se sia stata miocardite o morte elettrica, sicuramente una morte cardiaca”. Secondo il dottor Petterle, in questo periodo ci sarebbe soprattutto da stare attenti all’infarto del miocardio, “molto frequente”, ma anche “la quasi scomparsa della ghiandola pineale”. Questa secondo lui “può essere conseguenza di scarsa produzione di ormoni e segnale di un deterioramento del sistema immunitario. Qualche cosa, ha bloccato il normale funzionamento di ghiandole vitali”.

Parlando, invece, dell’attuale prassi nel constatare decessi, che richiede ancora di sottoporre i defunti al tampone per il covid, il dottor Petterle si è espresso aspramente. “Nessuno ascolta il dolore di chi vorrebbe rispetto per il proprio defunto“, spiega, perché se il tampone risultasse positivo, anche in quel caso il medico dovrebbe procedere nello stesso modo in cui si faceva durante la pandemia.

“Viene trattato come morto per Covid“, spiega Petterle, “messo in un sacco barriera, sigillato con nastro adesivo e portato all’obitorio, dove il sacco impermeabile sarà avvolto in un lenzuolo imbevuto di soluzione disinfettante e deposto nel feretro. Dopo l’incassamento, i familiari non potranno più avvicinarlo“. Ed oltre a questa assurdità, perché “nessuno si è mai infettato con il cadavere, la carica infettiva è bassa”, “trovo assurdo, fare il tampone a un defunto, non c’è questa indicazione nel kit. Sono da utilizzare ‘per motivi clinici e di urgenza’, quindi nelle persone in vita. Se si fa l’esame del sangue a un cadavere, la macchina di un laboratorio non lo può processare”.

Petterle infine dice che le autopsie che ha predisposto, hanno rivelato problematiche alle quali bisognerebbe prestare attenzione: “Infarto del miocardio, molto frequente. E la quasi ‘scomparsa’ della ghiandola pineale (ai margini del terzo ventricolo – ima cavità del cervello che contiene liquido cerebrospinale rilascia ormoni nell’organismo attraverso il sistema circolatorio, ndr). Un’atrofia riscontrata dagli anatomopatologi. sulla quale bisognerebbe indagare. Può essere conseguenza di scarsa produzione di ormoni e segnale di un deterioramento del sistema immunitario. Qualche cosa, ha bloccato il normale funzionamento di ghiandole vitali”.