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Mosca accusa: “Gli Stati Uniti rubano l’80% degli idrocarburi prodotti in Siria”

Le ditte controllate dagli Stati Uniti esportano illegalmente fino a 66.000 barili di petrolio al giorno, dicono dal Centro di coordinamento interdipartimentale russo sul ritorno dei rifugiati in Siria

Si torna a parlare di Siria, dove la presenza militare russa è richiesta ed appoggiata dal governo siriano di Bashar al-Assad, mentre la presenza degli Stati Uniti è praticamente un’occupazione militare, ufficialmente giunta nel Paese contro la presenza dello Stato Islamico, sconfitto proprio dalla Russia, mentre gli americani restano ad estrarre petrolio senza alcuna autorizzazione statale.

“Gli Stati Uniti esportano illegalmente l’80% della produzione giornaliera di idrocarburi, ogni giorno”, lo ha detto giovedì scorso il capo del Centro di coordinamento interdipartimentale russo sul ritorno dei rifugiati in Siria, il colonnello Oleg Gorshenin.

Gorshenin ha citato i dati del ministero siriano del petrolio e delle risorse naturali. Secondo loro, le ditte controllate dagli Stati Uniti esportano illegalmente fino a 66.000 barili di petrolio al giorno, che costituiscono l’80% degli idrocarburi prodotti nel Paese.

“L’entità del furto ha raggiunto il culmine. Di conseguenza, nel Paese persistono problemi umanitari, inclusa la carenza di energia, cibo, acqua e beni essenziali”, ha osservato il colonello russo.

La Russia e la Siria “condannano fermamente la presenza illegale di contingenti militari di stati stranieri sul territorio dello stato sovrano siriano e il saccheggio di risorse naturali appartenenti al popolo siriano da parte degli stati occupanti”, ha affermato Gorshenin. “Siamo favorevoli a misure rigorose da parte della comunità globale per prevenire <…> il contrabbando”, ha aggiunto.