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Mosca approva lista dei “Paesi ostili”: c’è l’Italia i cui creditori saranno pagati in rubli. I non ostili in euro e dollari

La Russia approva la lista dei “Paesi ostili” che saranno “puniti” pagandoli in rubli: di fatto sono delle contro- sanzioni in risposta a quelle ricevute

La guerra tra Russia e Ucraina, oltre che sul piano militare si gioca su quello economico a colpi di sanzioni e Mosca in risposta a quelle ricevute, approva la lista di “Paesi ostili”, i cui debiti nei confronti di creditori stranieri saranno pagati in rubli, moneta che, a causa delle sanzioni, ha perso circa il 30% del suo valore. Con questo decreto schizza in alto il costo delle assicurazioni sul debito.

Secondo questo decreto, gli obbligazionisti saranno sostanzialmente divisi in due categorie: coloro che si trovano in Paesi che non hanno imposto sanzioni, che potranno ricevere i pagamenti in valuta estera – euro o dollari – con un permesso speciale e tutti gli altri che hanno imposto sanzioni, tra cui l’Italia, che saranno pagati un rubli.

L’elenco di Stati “ostili”, comprende tutti i Paesi europei, oltre a Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e ovviamente la stessa Ucraina. Inseriti anche piccoli Paesi come Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, San Marino, Micronesia e la Svizzera, che dopo decenni di neutralità, ha deciso di sostenere le misure internazionali.

Di fatto si tratta di una sorta di “contro-sanzioni” contro chi, compresa l’Italia, ha applicato o si è unito alle sanzioni contro la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Secondo il decreto, lo Stato, le imprese e i cittadini russi che abbiano debiti nei confronti di creditori stranieri appartenenti a questa lista potranno pagarli in rubli. Nuove regole quindi per i chi vanta crediti nei confronti dei russi in base al fatto che gli investitori siano basati o meno in un Paese che ha sanzionato la Russia, dividendo gli obbligazionisti in due distinte categorie. Le autorità di Mosca hanno riferito che la Russia e le aziende russe saranno autorizzate a pagare i creditori di “Paesi che si impegnano in attività ostili” in rubli, anche su titoli denominati in altre valute.

In pratica i bond emessi dallo stato russo o da una qualsiasi istituzione pubblica o privata potrebbero perdere di valore, dal momento che nessuna controparte internazionale accetterebbe di essere saldata in una valuta il cui valore precipita di giorno in giorno. “La nuova procedura temporanea – si legge nella nota diffusa dalle autorità russe – si applica ai pagamenti superiori a 10 milioni di rubli al mese (o un importo simile in valuta estera)”. Successivamente la Banca centrale russa ha riferito che i creditori in Paesi che non hanno imposto sanzioni possono essere in grado di ricevere il pagamento in valuta estera con un permesso speciale.

Il decreto ha fatto schizzare alle stelle il costo per assicurare i bond governativi russi contro il rischio di un default. I Cds che assicurano 10 milioni di dollari di debito russo per cinque anni costano 5,8 milioni di dollari di commissione iniziale, a cui si aggiungono 100mila dollari all’anno.