Un caso che può diventare la goccia che fa traboccare il vaso: una nave militare italiana prende a bordo clandestini in acque libiche e il ministro Salvini s’infuria
Il capo del Viminale ha poi aggiunto “Io porti non ne do”. La vicenda sembra ricalcare quella della Diciotti l’altra nave militare italiana che portò migranti in Italia, che a Salvini costò un’imputazione per sequestro di persone, approdata in parlamento, che votò contro l’incriminazione.
La notizia è arrivata mentre Salvini questa mattina a Pesaro stava comiziando, ed il suo commento come sempre, è stato diretto ed eloquente: “Perché in acque libiche? Peraltro pattugliate dalla guardia costiera libica che ieri in pieno ramadan ha soccorso salvato e portato indietro più di 200 immigrati. O si lavora tutti nella stessa direzione o non può esserci un ministro dell’interno che chiude i porti e qualcun altro che raccoglie i migranti. E’ vero che bisogna chiarire alcune vicende all’interno del governo”.
A guardarla dall’esterno in effetti, si ha l’impressione che non si tratti di un’azione casuale e i commenti alle parole del ministro dell’Interno, sembrano confermare tali sospetti. Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, al momento candidato da indipendente nelle liste del Pd-Siamo Europei sui social ha subito scritto: “Siamo al colmo. Salvini vuole chiudere i porti anche alle navi della Marina militare italiana, la cui colpa è quella di svolgere con competenza e professionalità il proprio lavoro”. Commento che appare inappropriato, le navi militari servono per difendere i confini e non per agevolare i clandestini.
Si attendono ora i commenti degli altri due ministri – ambedue pentastellati – che per ruolo sono coinvolti nella vicenda, Trenta in primis e Toninelli.