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Negoziati per il “cessate il fuoco” a Doha: Netanyahu vuole 33 ostaggi subito, Hamas non sarà presente

Le premesse per i colloqui  di oggi a Doha non sono delle migliori, i rappresentanti di Iran e Hamas non parteciperanno e Israele vuole 33 ostaggi vivi liberi già nella prima fase

Nonostante il pressing internazionale, sia Hamas che Israele, alla vigilia dei colloqui di Doha, sembrano lontani dal trovare una qualche soluzione per un cessate il fuoco. Israele avrebbe stilato e starebbe trasmettendo una lista dei nomi dei 33 ostaggi ancora in vita che vorrebbe fossero rilasciati nella prima fase dell’accordo. Channel 12 riferisce indiscrezioni secondo cui Israele ha chiarito che insiste sulla liberazione di 33 ostaggi vivi e non accetterebbe il rilascio di soli 18 ostaggi vivi e 15 corpi.

Hamas invece non parteciperà ai colloqui di oggi in Qatar, affievolendo le speranze di una tregua negoziata che secondo varie fonti potrebbe frenare un attacco iraniano a Israele. I negoziati si svolgeranno con la partecipazione di funzionari di Israele, Qatar, Stati Uniti ed Egitto. I mediatori prevedono di consultarsi con Hamas dopo i colloqui di Doha.

“Hamas è impegnato nella proposta presentata il 2 luglio, che si basa sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti e sul discorso di Biden, e il movimento è pronto ad avviare immediatamente la discussione su un meccanismo per attuarla”, ha dichiarato a Reuters l’alto funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri. “Andare a nuovi negoziati permette all’occupazione di imporre nuove condizioni e di utilizzare il labirinto dei negoziati per condurre altri massacri”, ha aggiunto.

“Non parteciperemo ai negoziati al solo scopo di negoziare. C’è una proposta approvata dal Consiglio di Sicurezza Onu che dobbiamo attuare. Ci deve essere un ritiro totale di Israele dalla Striscia di Gaza”: lo ha ribadito un dirigente di Hamas, Mahmoud Mardawi, a Sky News Arabia.