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Nell’agrigentino beccati 77 soggetti italiani e stranieri percettori del reddito di cittadinanza

Un’indagine dei Carabinieri nell’agrigentino ha fatto emergere 77 soggetti che percepivano il rediito di cittadinanza senza averne diritto

L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, con il supporto del locale Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e al termine di una complessa attività di indagine ed analisi documentale, hanno denunciato alle Procure della Repubblica di Agrigento e Sciacca 77 persone di Agrigento, Sciacca, Licata e Porto Empedocle, tra questi, 22 sono stranieri, gli altri siciliani; tutti individuati quali indebiti percettori del beneficio del reddito di cittadinanza.

L’attività di polizia giudiziaria ha consentito di analizzare la posizione reddituale e la documentazione fiscale di oltre 4500 soggetti che hanno fatto richiesta del sussidio economico. Sono state riscontrate molteplici irregolarità nelle autocertificazioni prodotte, in particolare in relazione allo stato detentivo di diversi beneficiari, che hanno omesso di comunicare la variazione della loro posizione giuridica, al fine di continuare a percepire il sussidio nonostante si trovassero sottoposti a misura cautelare, oppure producendo certificazioni attestanti la propria residenza nella provincia risultate del tutto false.

Tra gli indagati risultano presenti soggetti noti alle forze dell’ordine per i loro trascorsi giudiziari, gravitanti nel mondo dello spaccio degli stupefacenti e dediti a reati contro il patrimonio quali furti e scippi che nel corso dell’attività sono stati raggiunti da provvedimenti restrittivi della libertà personale da parte dell’Autorità Giudiziaria.

Emblematici risultano due casi perseguiti: in una circostanza è stato accertato che madre e figlia nonostante lavorassero in una pizzeria del litorale agrigentino di San Leone, percepivano regolarmente il reddito di cittadinanza; mentre a Naro un imprenditore è stato malmenato dall’operaio perché non voleva essere regolarizzato con formale assunzione, ma preferiva continuare a lavorare in nero in modo da conservare il sostegno economico.

La quantificazione delle somme indebitamente percepite ammonta a circa 750 mila euro ed è stato attivato l’ufficio dell’INPS per il recupero coattivo e per la revoca del sostegno economico.