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New York Times: “Un terzo degli obici ucraini dati dall’Occidente è fuori uso”

Lo rivela il quotidiano americano: “sostituire la canna di un obice, che può essere lunga 6 metri e pesare migliaia di kg, va oltre le capacità dei soldati sul campo ed è diventata una priorità per il comando europeo del Pentagono, che ha istituito una struttura di riparazione in Polonia”

Recentemente noi di Fatti&Avvenimenti.it avevamo approfondito la questione dell’enorme difficoltà per la NATO di reperire munizioni d’artiglieria calibro 155millimetri da mandare a Kiev per rifornire gli obici occidentali donati all’asercito ucraino. Oggi il New York Times avverte che almeno un terzo degli obici dati a Kiev dall’occidente sono fuori uso a causa dell’estenuante ritmo della guerra.

Come avevamo scritto, “nelle fasi più cruente del conflitto ucraino, i russi sono capaci di sparare 60 mila colpi d’artiglieria al giorno mentre gli ucraini supportati dalla NATO si fermano a ventimila”. Da considerare che secondo indiscrezioni, il pentagono avrebbe consigliato ai comandi ucraini di risparmiare il fuoco sparando massimo 7mila colpi al giorno, la guerra ha costretto ad un utilizzo tre volte il consentito e questo si paga in termini di usura delle armi oltre che terminando le scorte di munizioni. Da notare inoltre che il Nyt parla attualmente di 2-4mila colpi al giorni sparati in media dagli ucraini, ma che tale cifra viene spesso superata.

Oltre alla mancanza di munizioni infatti, per gli ucraini il problema è anche che gli obici occidentali si stanno esaurendo dopo mesi di uso eccessivo oppure perché sono stati danneggiati o distrutti in combattimento. Dozzine di obici sono stati inoltre tolti dal campo di battaglia per essere riparati, riferisce il Nyt.

“Un terzo dei circa 350 obici di fabbricazione occidentale donati a Kiev sono fuori uso in un dato momento, secondo i funzionari della difesa degli Stati Uniti e altri che hanno familiarità con le esigenze di difesa dell’Ucraina”.

Sostituire la canna di un obice, che può essere lunga 6 metri e pesare migliaia di kg, va oltre le capacità dei soldati sul campo ed è diventata una priorità per il comando europeo del Pentagono, che ha istituito una struttura di riparazione in Polonia.

Parte del problema dell’usura delle armi è inoltre il rifornimento “alla carlona” di Kiev ad opera della NATO. Il Nyt ha riferito che siccome le forze ucraine hanno ricevuto proiettili da 155 millimetri da paesi diversi dagli Stati Uniti, alcuni di quei proiettili e cariche propellenti non erano stati testati per l’uso in certi obici, e i soldati ucraini hanno scoperto in combattimento che alcuni di loro possono consumare le canne più rapidamente. A dirlo, gli stessi funzionari USA.

Per superare almeno in parte il problema, Kiev avrebbe bisogno di non dover più mandare gli obici danneggiati in Polonia, ma in siti di manutenzione più vicini alle linee del fronte, in modo che le armi possano essere restituite prima al combattimento, ma per questo c’è bisogno di tempo per addestrare le truppe ucraine, oltre al fatto che più si è vicini alla linea del fronte, più si rischia che anche i siti di riparazione diventino obiettivi da distruggere per i russi.