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NO di Pd e M5s alle riforme del governo Meloni e presentano le loro controproposte: Stop liste bloccate, conflitto d’interessi e basta cambi di casacca

La premier Giorgia Meloni dopo il primo incontro con le opposizione ha una certezza: tutti sono contrari al presidenzialismo, con l’unica apertura di Azione e Italia Viva ma solo sull’ipotesi del premierato, ovvero l’elezione diretta del capo del governo

Lo scoglio per Giorgia Meloni sono il Partito democratico e il Movimento 5 stelle, che hanno detto chiaramente sono totalmente contrari a qualsiasi ipotesi dil elezione diretta di premier e Presidente della Repubblica e presentano una serie di controproposte che a loro dire rafforzerebbero la stabilità dell’esecutivo e migliorando la macchina delle istituzioni.

Undici le proposte del M5s e sei quelle del PD.

La segretaria del Pd, Elly Schlein  dice “Sì al confronto ” ma se è un confronto vero, non predeterminato. “Se l’obiettivo – spiega Schlein  – è rafforzare la stabilità e la rappresentanza non ci sottraiamo”. Sei le proposte presentate alla Meloni.

La prima è “la riforma della legge elettorale” per ritrovare un rapporto di fiducia tra eletti ed elettori “superando innanzitutto le liste bloccate“. La seconda è sul rafforzamento dei poteri del premier “guardando al modello tedesco” con la “sfiducia costruttiva che eviterebbe crisi al buio”. La terza questione “posta è la necessità di limitare la decretazione d’urgenza“. Un altro tema è “il rafforzamento degli istituti referendari e delle leggi di iniziativa popolare su cui si dovrebbero prevedere l’obbligo di esame e anche abbassare il quorum con l’introduzione della possibilità di firmare anche in digitale”. Altri temi, conclude Schlein, sono “l’attuazione piena dell’art. 49 (la legge sui partiti, ndr) e una legge sul conflitto d’interessi“.

Il M5s presenta 11 proposte e  tra cui la questione del potenziamento dell’iniziativa legislativa popolare.  Il leader Giuseppe Conte spiega che le proposte consegnate a Meloni sono “volte a promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini attraverso il rafforzamento dei referendum propositivi“.

Un altro argomento sollevato dall’ex premier riguarda i “cambi di casacca“. Conte chiarisce: “Siamo disponibili a un rafforzamento dei poteri del premier ma in un quadro che non mortifichi il confronto parlamentare e che non mortifichi neppure la funzione del presidente della Repubblica, che ha una funzione di garanzia e ha un ruolo chiave”. Il leader M5S però non rinuncia all’affondo: nel governo c’è, spiega, quella che “ci sembra un’assoluta contraddizione, da un lato vogliono perseguire un progetto di autonomia differenziata spinta, che finisce per svuotare l’autorità di governo di tantissime funzioni, e nello stesso tempo si mira a rafforzare i poteri dell’autorità di governo centrale“.