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Obbligo vaccino over 50: dubbi del CTS (comitato tecnico scientifico) non consultato dal governo sull’utilità

Il Comitato tecnico scientifico del Ministero della Salute avrebbe espresso dubbi sull’utilità di imporre il vaccino agli over 50, ma il governo non l’ha consultato

Alcuni componenti del Comitato tecnico scientifico hanno manifestato dei dubbi sulla scelta del Governo di imporre l’obbligo vaccinale per gli over 50. La notizia è riportata dall’AGI, secondo sui sarebbe in discussione l’utilità della misura dal punto di vista della comunità scientifica che sulla questione appare divisa.

Alcuni esponenti del Comitato tecnico scientifico del Ministero della Salute, non sono convinti sull’utilizzo dello strumento dell’obbligatorietà con riferimento, in particolare, alla variante Omicron che presenta caratteristiche peculiari, tra cui l’elevata contagiosità, rispetto alle altre finora dominanti.

L’avvocato Consuelo Locati, che guida il pool di legali impegnati nella causa civile avviata da 500 familiari delle vittime del Covid davanti al Tribunale Civile di Roma, ha dichiarato all’AGI: “Non è un caso che il Cts non sia stato consultato in relazione al provvedimento sull’obbligo vaccinale proprio perché sarebbe stato chiaro che alcuni membri del Comitato tecnico scientifico non sarebbero stati favorevoli rispetto a un obbligo non giustificato”.

Locati aggiunge che “a quanto sembra le Regioni avevano chiesto che venisse consultato il Cts ma questa richiesta sarebbe stata ignorata dal governo”.

“Va considerato anche – prosegue l’avvocato che ha presentato centinaia di esposti per conto dei familiari anche nell’inchiesta della Procura di Bergamo – che quest’obbligo avrà delle conseguenze non adesso, andando a decongestionare la rete ospedaliera, ma almeno tra sei mesi quando in estate si sarà molto attenuata la circolazione del virus. Questa è l’ennesima prova che le istituzioni non vogliono assumersi le responsabilità delle proprie scelte e usano altri argomenti per celare le loro responsabilità nella gestione della pandemia”.

Sempre secondo quanto riferito dalla Locati all’AGI “dopo due anni di restrizioni la pandemia viene ancora gestita dalle istituzioni in maniera improvvisa, caotica e creativa. Dopo le prime ondate, sono stati creati pochissimi nuovi posti letto in terapia intensiva come dimostrano gli accessi agli atti che abbiamo effettuato in queste settimane chiedendo i dati a varie Regioni”.