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Occidente spaccato: NO di Austria e Ungheria a invio armi a Kiev, Scholz e Biden dicono no ai caccia F-16

No senza appello di Austria e Ungheria a invio armi a Kiev, Scholz e Biden dicono no a Zelensky su i caccia, la Polonia disposta a fornire gli F-16 e Macron sull’invio di aerei “non esclude nulla”

La paura che il conflitto si allarghi e sfoci nella terza guerra mondiale sta spaccando l’Occidente, secondo quanto riporta la Tass, il Ministro della difesa dell’Ungheria Szalay-Bobrovniczky ha detto: “la posizione dell’Ungheria è chiara: non spediamo armi nell’area del conflitto, perché vogliamo evitarne l’escalation, e la nostra posizione coincide con quella dell’Austria”. La dichiarazione arriva dopo i colloqui con la sua controparte austriaca Klaudia Tanner a Budapest. I due ministri hanno discusso della situazione in Ucraina e “Anche l’Austria, che è neutrale, non spedisce armi dove si svolgono le ostilità”. Klaudia Tanner inoltre ha dichiarato di considerare il rischio che il conflitto ucraino si riversi in Europa come il pericolo maggiore: “Non stiamo parlando solo di guerra convenzionale, ma anche di minacce non tradizionali, come la crescita della migrazione, esacerbata dalla guerra”.

La posizione di Ungheria e Austria, arriva dopo quella quella sel presidente della Croazia Zoran Milanovic: “Sono contrario all’invio di armi letali”, ha dichiarato ai giornalisti ed ha aggiunto che “è folle credere che la Russia possa essere sconfitta in una guerra convenzionale: si prolunga solo la guerra”. Poi ha posto una domanda retorica: “Qual è l’obiettivo? Disintegrare la Russia, cambiare il governo? Si parla anche di fare a pezzi la Russia. È una follia, qual è l’obiettivo di questa guerra? Una guerra contro una potenza nucleare che è in guerra in un altro Paese? Esiste un modo convenzionale per sconfiggere un Paese del genere?” Infine una domanda che contiene la risposta: “Chi ne paga il prezzo? L’Europa. L’America paga meno”.

Anche la Germania che pochi giorni fa è stata costretta a dire si per i tank Leopard 2, frena bruscamente sulla richiesta di Zelensky di avere i caccia F 16. Scholz durante un’intervista con la tv tedesca Ard, ha precisato che la cosa “fondamentale” è che la Germania e la Nato non siano parti nella guerra. Poche ore dopo una portavoce di Scholz ha inoltre ribadito che il cancelliere abbia già detto “che in gioco non ci sono caccia” da inviare a Kiev. Scholz mette “in guardia dal fare una corsa a rilancio” in questo senso. Come riporta Dpa, ieri pomeriggio il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, ha inoltre dichiarato che il cancelliere ha già detto “tutto quello che ci sia da dire” sulla questione.

Su l’invio di caccia a Kiev, c’è anche il No di Washington. Il presidente Joe Biden infatti, ieri ha risposto “no” a chi gli ha chiesto, in conferenza stampa, se gli Stati Uniti avrebbero fornito jet da combattimento F-16 all’Ucraina.

Chi invece è favorevole all’invio di ogni genere di armi a Kiev , compresi gli F-16 è la Polonia. Ad affermato è Andriy Yermak, il consigliere più anziano del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha detto che l’Ucraina ha avuto “segnali positivi” da Varsavia in un post su Telegram, anche se il primo ministro polacco è stato attento a sottolineare che il suo Paese avrebbe agito solo in consultazione con gli alleati della Nato. “Coordiniamo tutte le azioni volte a rafforzare le forze di difesa dell’Ucraina con i nostri partner della Nato”, ha detto Mateusz Morawiecki nella conferenza stampa in cui ha annunciato l’intenzione di aumentare la spesa per la difesa del suo Paese al 4% del Pil, quando gli è stato chiesto dei jet.

Infine la posizione della Francia che sui caccia “non esclude nulla”. Per il presidente Macron,”Nulla è escluso di principio”, ma sottolineando tuttavia che qualsiasi decisione presume alcuni “criteri”: una “domanda formulata” dall’Ucraina, che “non sia tale da produrre una escalation”, né finalizzata “a colpire il territorio russo ma piuttosto a sostenere lo sforzo di resistenza”. E infine, “che non vada a indebolire la capacità delle forze armate francesi”.