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Omnibus, Fabbri: “Mariupol è conquistata anche se Biden e ucraini negano. Destino segnato per battaglione Azov”

“Mariupol è conquistata nonostante Biden e ucraini continuino a negarlo, ci sono i resistenti in una parte dell’acciaieria che è grande 11 chilometri quadrati su vari piani e Putin ha fermato l’assalto finale perché quando dice ‘non deve passare una mosca’ intende che li vuole prendere per fame”

Sono le parole dell’esperto di geopolitica Dario Fabbri pronunciate a Omnibus, programma in onda su La7, nella mattinata di ieri venerdì 22 aprile. Il tema della puntata era incentrato su Mariupol, ormai nelle mani russe, dove tuttavia un battaglione ucraino è asserragliato nell’enorme acciaieria Azovstal e nonostante gli appelli ad arrendersi con la promessa di avere salva la vita, i militari ucraini ormai intrappolati si rifiutano di uscire.

Secondo Fabbri, l’obiettivo della dichiarazione dello stop all’assalto fatta da Putin è stato duplice, in primis confermare la presa di Mariupol e poi spostare le truppe nel Donbass: “Ci sono sacche di resistenza, l’acciaieria è un complesso di 11 km quadrati, è una città nella città, pensata per resistere ad assalti militari e nucleari. Ma Mariupol non è così strategica come hanno voluto far credere”.

Ha spiegato l’esperto di geopolitica  che ha aggiunto:Nell’acciaieria, oltre i soldati ci sarebbero anche alcune centinaia di civili e non è chiaro se siano usati come scudi umani o se non si fidano a uscire o forse perché secondo alcuni sarebbero familiari del militari intrappolati”.

Inoltre Fabbri si è posto la domanda di come liberarli per non lasciarli morire di fame: “L’unica opzione è un intervento diretto da parte degli Stati Uniti ma è escluso. Non è mai stata sul tavolo come possibilità. La verità è che tutti si stanno concentrando sulla battaglia per il Donbass allargato per cui servono armamenti pesanti”.

Infine ha concluso: “Già da un paio di settimane tutti gli aiuti si sono concentrati su armamenti diversi, questo significa che la città di Mariupol già da due, tre settimane – ha detto Fabbri – era data per persa dalla NATO e dagli Stati Uniti che non stanno pensando a inviare armi per battaglia di tipo urbano che ora non c’è più. Il destino è segnato, salvo un intervento esterno che avrebbe del clamoroso. La situazione è drammatica anche perché ancora una volta l’invio di armamenti pesanti sta dilaniando il fronte occidentale con i tedeschi che si smarcano e l’Italia che non ha ancora espresso una sua opinione definitiva al riguardo”.