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Open Arms con 363 migranti chiede un porto alla Lamorgese: 1600 gli arrivi in gennaio contro 202 del 2019


Il mese di gennaio non si è ancora concluso e gli arrivi sono già oltre 1600 contro i 202 dello stesso periodo dello scorso anno e a poche miglia di mare c’è la Open Arms con 363 migranti a bordo che ha chiesto un porto sicuro

L’Ong spagnola Open Arms nella notte ha effettuato il quinto soccorso in 72 ore di ricerche ed adesso, dopo due evacuazioni, tra cui un minorenne con ferite da torture infette, a bordo ha 363 migranti.

Ad annunciarlo alle 9:41 di questa mattina, come sempre con un tweet è stato l’equipaggio della nave. Nello stesso messaggio l’ong ha chiesto al Vimininale un porto sicuro in cui poter sbarcare il suo carico, ribadendo quanto già detto nelle precedenti operazioni, ossia che le persone a bordo sono troppe per la capienza di un vecchio rimorchiatore che ha grossi problemi tecnici.

L’Open Arms nel tweet ha anche inserito un breve video che mostra la nave in navigazione in un tratto di mare apparentemente calmo, mentre soccorre i migranti che contenti applaudono.

Il ministro dell’interno Luciana Lamorgese, evidentemente preoccupata per l’immagine del governo per il numero degli arrivi, ieri aveva tentato di allontanare un nuovo possibile sbarco della Open Arms, dichiarando che non si era ancora deciso se fare entrare la nave, perché non era arrivata nessuna richiesta di porto sicuro, richiesta che stamattina è arrivata puntualmente.

Il Viminale dunque, secondo quella che è la linea politica di questo governo, a meno di clamorose smentite, a breve annuncerà il porto di destinazione, facendo salire ancora il numero dei migranti sbarcati, che adesso sembrano sempre più assomigliare a quelli del governo Renzi.

La situazione delle partenza dalla Libia d’altronde è fuori controllo, solo nell’ultimo fine settimana, secondo il network telefonico Alarm Phone, sono partiti almeno 13 barconi.

La guerra in atto nel Paese africano, con il cessate il fuoco che non ha retto, è sicuramente la causa di questa impennata del flusso migratorio, la Guardia Costiera libica infatti, da alcune settimane non sembra più essere in grado di garantire il controllo dei territori da cui partono i barconi.