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Ottavo pacchetto sanzioni UE: c’è anche il price cap al petrolio russo, ma l’Opec+ è pronta a tagliare la produzione

Contro la Russia a qualsiasi costo: è chiaramente questa la direzione scelta dall’Unione Europea che incurante delle oscillazioni  in rialzo alle quotazioni del greggio di ieri, oggi annuncia che approverà un nuovo ennesimo pacchetto di sanzioni alla Russia, tra cui il price cap sul petrolio a cui l’Opec+ risponderà – probabilmente oggi stesso – con un taglio alla produzione di greggio tale da far alzare le quotazioni e mettere in difficoltà la già infragilita economia UE

 

Come ormai ovvio, è arrivato l’OK dai 27 Paesi dell’UE – tra cui ovviamente l’Italia – sul nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, incluso il price cap al petrolio. Il via libera a quello che è ormai l’ottavo pacchetto di sanzioni, è arrivato in mattinata nel corso del Coreper, la riunione dei Rappresentanti dei Paesi membri. Adesso dovrà però seguire la procedura scritta e le sanzioni entreranno in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

La notizia dell’accordo è stata annunciata dalla presidenza ceca su Twitter definendola una ”forte risposta della Ue all’annessione illegale di territori dell’Ucraina da parte di Putin”.

Nel nuovo pacchetto di sanzioni è ormai certo che sarà inserito anche il price cap – ossia il tetto al prezzo – al petrolio russo. L’accordo aprirà la strada al divieto alle navi di trasporto Ue del trasporto di petrolio russo a prezzi fissati oltre un certo livello in Paesi fuori dalla Ue, usando quindi il price cap per colpire gli introiti del petrolio del Cremlino, come in precedenza sostenuto dal G7.

Una mossa questa però che prima ancora che infastidire il Cremlino – che ha messo evidentemente in conto le sanzioni di quelli che sono ormai nemici in guerra per procura -, ha gravemente infastidito l’Opec+ – l’organizzazione delle nazioni produttrici di petrolio – che già ieri aveva fatto sapere di stare valutando un taglio di 2 milioni di barili al giorno. Tale decisione dovrebbe essere presa nel meeting di oggi, il primo in presenza dopo la pandemia Covid.

Nel pomeriggio di ieri le voci di un taglio alla produzione di petrolio hanno fatto impennare le quotazioni, con il Brent che ha guadagnato il 4% a 92 dollari al barile ed il Wti che è invece salito del 3,8% a a 86 dollari.

Il motivo delle contromisure Opec+ è ovvio: se sul mercato arriva un petrolio ad un prezzo calmierato, i clienti sceglieranno quello dal costo più basso, danneggiando gli altri produttori/venditori di greggio e costringendoli quindi ad abbassare forzatamente le quotazioni. Inoltre, sul price cap c’è in ballo anche il principio di libertà dei mercati: le nazioni Opec+ non possono permettere che l’UE, gli USA, la NATO, il G7 o l’Occidente decidano per motivi politici e tramite proprie leggi il prezzo del petrolio sul mercato globale.