L’Europa “non può accettare” lo stop al flusso di armi all’Ucraina perché la Russia vuole che Kiev “abbassi la guardia”
Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas parlando ad un gruppo di agenzie internazionali. “Abbiamo visto quel che è successo con Minsk 1 e 2: se Mosca ottiene il divieto di fornire aiuti militari all’Ucraina sarà libera di continuare perché gli ucraini non potranno difendersi da soli, quindi è chiaro che non può funzionare, non può essere l’accordo”, spiega. “La garanzia di sicurezza più forte è un esercito ucraino forte, anche questo è molto chiaro”.
Una dichiarazione che getta nel cestino l’accordo di massima raggiunto ieri tra Donald Trump e Vladimir Putin nella telefonata durata poco meno di tre ore. Il punto portante dell’intesa chiesto dal presidente russo per l’inizio della tregua di 30 giorni, che prevede solo lo stop ai bombardamenti sulle infrastrutture energetiche, è lo stop “completo” degli aiuti militari e di intelligence da parte dell’Occidente all’Ucraina. come requisito ‘chiave’ per la Russia per porre fine alla guerra con Kiev.
Il presidente americano ha definito il colloquio”produttivo”, avere incassato l’ok russo allo stop agli attacchi contro le infrastrutture energetiche ucraine per un mese è di fatto un primo importante passo verso la pace, secondo la Casa Bianca. Ma il paletto che Putin piazza sulla strada verso la pace è subito dopo “divelto” dalle dichiarazioni della più guerrafondaia tra i leader europei, l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas, affermando che l’Europa “non può accettare” lo stop al flusso di armi all’Ucraina perché la Russia vuole che Kiev “abbassi la guardia”. Parole che danno ragione a chi, come il premier ungherese Victor Orban, sostiene che l’Europa sta lavorando per sabotare gli accordi di pace e volere prolungare la guerra.
A confermare la volontà della Kallas di continuare la guerra e sabotare gli accordi di pace, arrivano le dichiarazioni di Scholz e Macron: “Continueremo a fornire aiuti militari a Kiev”. L’Ucraina può contare sulla prosecuzione degli aiuti militari, hanno assicurato il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron in conferenza stampa a Berlino.
Anche il commento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sull’accordo sul cessate il fuoco parziale raggiunto con la Russia, con lo stop degli attacchi alle strutture energetiche per un mese, non è positivo. Le condizioni illustrate da Putin “puntano a indebolire l’Ucraina” e “non a mettere fine alla guerra. La Russia non è pronta a porre fine a questa guerra e lo vediamo. Non sono pronti nemmeno per il primo passo, che è un cessate il fuoco”, ha detto Zelensky ai giornalisti, aggiungendo che “il gioco di Putin è indebolire l’Ucraina” e spera di avere a breve un contatto diretto con Trump.
“Dopo aver ricevuto i dettagli dal presidente degli Stati Uniti, da parte americana, daremo la nostra risposta”, ha detto ai giornalisti, aggiungendo che gli Stati Uniti dovrebbero essere “garanti” del cessate il fuoco parziale: “La nostra parte manterrà questa posizione” finché la Russia la rispetterà.
Intanto, nonostante i sabotatori, i colloqui tra Usa e Russia sulla pace vanno avanti e continueranno domenica nella città saudita di Gedda. Lo dichiara l’inviato speciale del presidente americano Donald Trump, Steve Witkoff. In un’intervista a Fox News, rilasciata dopo la lunga telefonata di Trump con il presidente russo Vladimir Putin, Witkoff che è in prima linea nei dossier ucraino e mediorientale, ha affermato che i colloqui per un accordo di cessate il fuoco “inizieranno domenica a Gedda”. Riferendosi a un cessate il fuoco sulle infrastrutture energetiche e sugli obiettivi nel Mar Nero, Witkoff ha aggiunto: “penso che entrambi i punti siano stati accettati dai russi”. “Sono sicuramente fiducioso sul fatto che anche gli ucraini siano d’accordo”, ha concluso.
L’accordo dunque resta in bilico e l’unico traguardo raggiunto nella telefonata e che Mosca e Kiev per procederanno allo scambio di 175 prigionieri di guerra ciascuno. L’ok allo scambio di prigionieri è “un gesto di buona volontà” da parte di Mosca, ha sottolineato il Cremlino. Oltre ai 175 prigionieri di guerra, la Russia trasferirà in Ucraina anche 23 militari di Kiev rimasti “gravemente feriti”.