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Palermo processo Open Arms: Pm chiede 6 anni di reclusione per Salvini  accusato di sequestro di persona e rifiuto atti d’ufficio

Terminata la requisitoria nel processo a Palermo a carico di Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio: il Pm ha chiesto sei anni di reclusione

Nell’Aula buncher del carcere Pagliarelli di Palermo, oggi è andata in scena  la requisitoria dei pm del processo al segretario nazionale della Lega, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito lo sbarco, cinque anni fa, di 147 migranti che erano stati soccorsi dalla ong spagnola, poi sbarcati dopo l’intervento della Procura di Agrigento.

La procuratrice aggiunta Marzia Sabella e i sostituti Geri Ferrara e Giorgia Righi, hanno ricostruito il quadro giuridico nazionale e sovranazionale di quella fase, poi formuleranno alla Corte la richiesta della pena per i reati contestati a Salvini, che all’epoca era ministro degli Interni ed alla fine hanno chiesto sei anni di reclusione per il segretario della Lega.

“C’è un principio chiave non discutibile: tra i diritti umani e la protezione della sovranità dello Stato sono i diritti umani che nel nostro ordinamento, per fortuna democratico, devono prevalere”, le prime parole del sostituto procuratore Geri Ferrara durante la requisitoria, nell’aula bunker.

“La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar, anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato poi se è il caso la giustizia fa il suo corso”, ha aggiunto il magistrato, sottolineando che quello in corso non è un processo politico: “È pacifico che qui di atto politico non c’è nulla. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi”.

“Si è sostenuto che Open Arms dovesse restituire i migranti alla Guardia costiera libica -ha proseguito Ferrara-. L’operazione di soccorso non si conclude con il mero intervento in una situazione di pericolo, ma con la fase di sbarco: gli Stati hanno l’obbligo di intervenire e rispettare le normative europee in termini di immigrazione”.

Di tutt’altro parere Giulia Bongiorno, avvocato difensore di Salvini: “Con questa introduzione, è di intuitiva evidenza, il pubblico ministero sta procedendo con una requisitoria contro il decreto sicurezza bis che è un atto del governo e contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea, portata avanti dall’intero governo”.

Per Bongiorno “è una requisitoria un po’ contraddittoria perché la premessa è: non stiamo processando il governo, però il decreto sicurezza bis è in contraddizione con la Costituzione, non è accettabile redistribuire e poi sbarcare e il tavolo tecnico che ribaltava principi fondamentali. Sta parlando di linea di governo, di leggi e lui le contesta – conclude – Non c’è una condotta Salvini sul banco degli imputati, ma una linea politica sul banco degli imputati”.

“Nel caso Open Arms, a prescindere dalle anomalie della navigazione e dal fatto che c’erano rischi che ci fossero a bordo dei terroristi, sono state adottate delle misure proprio per garantire la tutela e la protezione dei migranti. Adesso, più che analizzare questo aspetto, mi preme rilevare che in questa introduzione è di intuitiva evidenza che il pubblico ministero sta procedendo a una requisitoria contro il Decreto sicurezza bis, che è un atto del governo, contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare”, ha detto l’avvocato Giulia Buongiorno, legale di Matteo Salvini, durante una pausa dell’udienza del processo in cui è imputato il vicepremier.

Matteo Salvini non è presente all’udienza ed ha replicato via social: “Oggi a Palermo la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che mi vede imputato per sequestro di persona. Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura”.