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Palermo. Tre arresti tra cui il candidato di FI al Comune Pietro Polizzi e un Boss mafioso: l’accusa è voto di scambio

Scambio elettorale politico-mafioso. Con questa accusa la polizia ha arrestato Pietro Polizzi, uno dei candidati di Forza Italia alle amministrative di domenica al Consiglio comunale di Palermo. Arrestato anche Agostino Sansone e Manlio Porretto

Agostino Sansone è il fratello di Gateano, proprietario della villa di Via Bernini in cui Riina passò gli ultimi mesi prima dell’arresto nel 1993 mentre Manlio Porretto è un suo collaboratore. Secondo L’inchiesta della Procura, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, Polizzi per essere eletto, avrebbe stretto un patto con i costruttori Sansone, che sarebbero i boss dell’Uditore storici alleati del capomafia Totò Riina che ospitarono il padrino di Corleone in una delle loro ville nell’ultimo periodo della latitanza.

Tra gli indizi contro Polizzi, ci sarebbero alcune intercettazioni ambientali che hanno indotto la Procura a chiedere la misura della custodia cautelare in carcere. Sempre secondo la procura dalle conversazioni emergerebbe con chiarezza il “patto elettorale” stretto tra l’esponente di Fi e Sansone.

L’avvio dell’inchiesta risalirebbe al 10 maggio scorso, quando avvenne l’incontro tra l’aspirante consigliere e Sansone, durante il quale i due avrebbero stretto l’accordo in vista del voto di domenica. Ad essere intercettato era il capomafia che in quella occasione avrebbe fatto la promessa di appoggio alle prossime comunali in cambio dell’assicurazione del sostegno da parte del politico. Patto che gli inquirenti hanno potuto ascoltare in diretta.

Partendo qua questa intercettazione i pm, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido, in meno di due settimane hanno chiesto la misura cautelare, che il gip ha emesso circa 4 giorni dopo.

Gli uffici e l’abitazione di Agostino Sansone sono stati quindi perquisiti, in particolare sotto la lente degli investigatori sono finiti alcuni immobili che si trovano nel complesso residenziale di Via Bernini, lo stesso in cui i Sansone, storici alleati dei boss corleonesi, ospitarono Totò Riina prima dell’arresto. Il covo dal quale, il 15 gennaio del 1993, il padrino uscì prima di finire in manette è stato al centro di misteri e di un lungo processo agli ex carabinieri del Ros che catturarono Riina.