Il Parlamento europeo nella tarda mattinata ha approvato la risoluzione sul Libro bianco della difesa, con l’appoggio al piano di riarmo della Commissione europea
I voti a favore sono stati 419 su 669 votanti, 204 contrari e 46 astenuti. Nel testo, non vincolante, il Parlamento invita l’Ue ad agire con urgenza per garantire la propria sicurezza. Ciò significa, secondo i deputati, rafforzare le relazioni con i paesi che condividono gli stessi principi.
Hanno votato contro il M5s e Avs, e la Lega. Si è diviso, come previsto, il Partito democratico con la metà del gruppo ha votato a favore. La maggioranza che sostiene il governo Meloni è andata in pezzi, Fratelli d’Italia a favore insieme a Fi, contraria la Lega che ha votato compatto contro. “La Lega”, si legge in una nota, “non condivide né la narrazione né tantomeno la deriva bellicista di Bruxelles, che vuole indebitare noi e le future generazioni per spendere oltre 800 miliardi di euro in armi, peraltro dopo anni in cui ha promosso la più rigida austerità senza ascoltare ragioni”.
Divisa a metà la delegazione del Pd al Parlamento europeo: undici astenuti e 10 a favore. Dalla lista dei nominali risulta che hanno partecipato al voto tutti e 21 gli eurodeputati e nessuno ha votato contro. Si sono astenuti: Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan, Lucia Annunziata e il capodelegazione Nicola Zingaretti. Hanno invece votato a favore: Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli e Raffaele Topo.
Nel testo, non vincolante, il Parlamento invita l’Ue ad agire con urgenza per garantire la propria sicurezza. Ciò significa, secondo i deputati, rafforzare le relazioni con i paesi che condividono gli stessi principi.
Nella risoluzione, il Parlamento sostiene il piano “ReArm Europe” proposto dalla Commissione, e chiede di verificare la possibilità di introdurre un sistema di obbligazioni europee per finanziare investimenti militari su larga scala e di fare ricorso ai “coronabond” inutilizzati, a integrazione del “ReArm Europe”.
Inoltre, nel testo adottato si invita la Banca europea per gli investimenti (Bei) a investire più attivamente nell’industria europea della difesa grazie a l’abolizione delle restrizioni al finanziamento della difesa, nonché alla possibilità di emettere debito a destinazione vincolata.
Per raggiungere pace e stabilità in Europa, l’Ue deve sostenere l’Ucraina e diventare essa stessa più resiliente, ribadiscono i deputati. Nella risoluzione si afferma che l’Europa sta affrontando “la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda” e si invitano i Paesi Ue, i partner internazionali e gli alleati della Nato a rimuovere tutte le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo.
La Russia, sostenuta dai suoi alleati Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, rappresenta “la minaccia diretta e indiretta più significativa per l’Ue e la sua sicurezza”, si afferma nel testo. I deputati sottolineano come le recenti dichiarazioni e azioni dell’amministrazione Trump abbiano aumentato le preoccupazioni sul futuro atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia, della Nato e della sicurezza europea. Inoltre, il PE condanna fermamente le minacce degli Stati Uniti nei confronti della Groenlandia. Alla luce di questo scenario, il Parlamento evidenzia che gli sforzi di difesa dell’UE “non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti quanto ai risultati”. I deputati chiedono quindi maggiori sforzi non solo nel settore militare, ma anche in quello industriale, tecnologico e dell’intelligence.