Il PD tira fuori i suoi conigli dal cilindro: in diversi collegi in Sicilia sono capolista la assai discussa Maria Elena Boschi – nota per il caso Banca Etruria, del cui CdA il padre del ministro PD faceva parte – e l’attuale premier Paolo Gentiloni. Poi nomi ovvi, Giambrone capolista a Palermo – da sempre orlandiano di ferro -, ma anche qualche sopresa come la “trombatura” dell’ex governatore Rosario Crocetta.
Tanto tuonò che piovve, e la presentazione delle candidature da parte del Partito Democratico in vista delle prossime politiche del 4 marzo 2018, più che far rasserenare l’aria sopra il partito di Renzi, sembrano scatenare la tempesta perfetta, con tanto di “uscite incongrue“, come Andreotti le avrebbe definite.
Ecco le liste sia per Camera che per Senato che il Partito Democratico ha pubblicato ufficialmente e presentato ieri al Nazareno, a Roma:
Come visibile, tanti i nomi noti: Maria Elena Boschi e Paolo Gentiloni in primis. Nel collegio di Sciacca Daniela Cardinale capolista. Altro nome ovvio: Fabio Giambrone, vicinissimo al sindaco di Palermo Leoluca Orlando già dai tempi della “Rete” e di Italia dei Valori con Antonio Di Pietro, parliamo di buoni 30anni fa, più o meno.
Però mancano nomi eccellenti, un “trombato” su tutti, l’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ieri, sulla sua pagina Facebook, ha scritto: “Nessun risentimento abbiamo scelto la politica per servizio. Nessuna sorpresa sulle liste Pd: e’ andata come avevo previsto. Non sarà certamente la vicenda delle candidature a farci rinunciare alla politica. Saremo presenti in campagna elettorale, con il nostro Megafono, nelle piazze di tutta la Sicilia per denunciare il processo di restaurazione in corso e di vera e propria epurazione di ogni dissenso. Faremo un’operazione verità. Per martedì annuncio una conferenza stampa. A cose fatte”.
Sempre su Facebook Beppe Lumia, storico esponente del PD, ha scritto: “Cosa è successo nel Pd? Tutti me lo chiedono, c’è un’enorme preoccupazione. La risposta è semplice: è stato dato un altro colpo mortale all’idea di partito progressista, plurale, fatto di culture politiche, di classi dirigenti, di progettualità che si incontrano, per restringere il cerchio e vivere questa campagna elettorale con un’idea disperata e del “si salvi chi può”.
L’area Emiliano e l’area Orlando sono state colpite alle spalle perchè hanno un’idea di partito progressista, plurale e aperto.
Il caso personale lascia il tempo che trova ed è del tutto irrilevante.
Lascio il Parlamento, ma non la politica e nessuno si illuda che io sia disposto ad abbandonare l’idea di costruire un Pd realmente democratico. Un partito non a trazione dorotea, ma di sinistra, una sinistra radicata nei territori e socialmente attenta ai valori dell’uguaglianza e della sicurezza”.
Intanto si annunciano altre voci di dissenso come quella di Antonello Cracolici, che parla di “decapitazione della sinistra”. Insomma, come recitava un vecchio detto siciliano: “Un po’ di vento in chiesa fa bene, ma non tanto da far spegnere le candele“.
Giornalista Direttore responsabile di Fatti&Avvenimenti. Nato a Partinico (PA), ma saccense. Ha sempre vissuto a Sciacca, dove fin da giovanissimo si è appassionato alla politica locale. Scrive da quando aveva 17 anni, scrive di tutto perché “così è giusto che sia”. Ha scritto principalmente per il giornale ControVoce di Sciacca e per il Fatti&Avvenimenti, ma suoi articoli sono apparsi anche sui quotidiani La Valle dei Templi.net, LinkSicilia (MeridioNews), La Voce di New York e tanti altri giornali agrigentini, regionali, nazionali ed internazionali. Da Gennaio 2017 è corrispondente italiano per la rivista francese Lumieres Internationales Magazine. Scrittore a tempo perso. E’ anche uno studente di Giurisprudenza. Coltiva da anni la passione della musica e del canto ed ha una sua band. Non chiedetegli cosa voglia fare da grande, perché non lo sa.