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Per le sanzioni a Mosca importiamo gasolio indiano che in marzo sale del 30%, ma è prodotto con il petrolio russo

Le sanzioni fanno più male all’Europa che a Mosca: per sopperire alla mancanza di gasolio russo stiamo importando sempre più quello indiano, solo in marzo il 30% in più, che è prodotto con il petrolio russo… geniale!

L’India sta facendo “affari d’oro” con l’Europa, rivendendo prodotti raffinati ottenuti da petrolio russo di cui è diventato il maggior importatore mondiale, seguito dalla Cina. Secondo i dati diffusi da Reuters a marzo Nuova Delhi ha comprato da Mosca 1,6 milioni di barili al giorno, nel marzo del 2022 non arrivavano a 70mila.

La Russia di fatto si è fatta beffe delle sanzioni, diversificando le vendite e diventando il primo fornitore dell’India, nonostante i costi di trasporto siano superiori a quelli da stati limitrofi, con una quota che è ormai quasi doppia rispetto a quella dell’ Arabia Saudita, seconda in classifica.

Ovviamente le sanzioni complicano le operazioni di assicurazione dei carichi e di credito bancario per acquistarli, ma ai russi è bastato scontare il loro petrolio, venduto a prezzi più bassi rispetto alle quotazioni di mercato, per risolvere il problema.

Questo meccanismo, rende inutili le sanzioni verso Mosca, che continua a vendere e incassare valuta e consente alle raffinerie indiane di lavorarlo e rivendere i prodotti lavorati, accumulando grandi profitti, all’Europa, che ovviamente li paga più cari rispetto a quanto li pagava a Mosca.

Prima dell’invasione dell’Ucraina l’Europa importava dall’India 154mila barili al giorno tra gasolio e carburanti per aerei. Oggi gli acquisti superano i 200mila barili. Il 30% del gasolio raffinato in India arriva in Europa, un anno fa era il 22%. I principali acquirenti europei sono Francia, Turchia, Belgio e Paesi Bassi.

Le sanzioni hanno reso l’affare degli idrocarburi russi vantaggioso anche per l’Arabia Saudita, che galleggia su un mare di petrolio di alta qualità e facile da estrarre, che sta importando sempre più petrolio da Mosca per soddisfare il fabbisogno interno e vendere quantità ancora maggiori del suo all’Europa. Turchia, Brasile, Cina, Tunisia Marocco, sono alcuni dei paesi che stanno accrescendo le importazioni di greggio di Mosca. In marzo la quantità di gasolio russo importato da Singapore è raddoppiato rispetto all’anno precedente, superando i 342mila barili.

In Europa qualcuno ha capito che l’embargo sul petrolio e sul gas russo ha penalizzato soprattutto, se non solo, il Vecchio Continente, Mosca infatti è riuscita a dirottare i suoi flussi verso l’oriente, creando un nuovo mercato, che non si chiuderà più, neanche se la guerra in Ucraina finisse.  La beffa è doppia, perché anche l’embargo non ha bloccato i prodotti russi, che continuano ad arrivare in Europa, ma a prezzi più alti, per il passaggio con altri paesi.

Gli unici ad essere soddisfatti dell’embargo sono Stati Uniti, primi produttori di petrolio al mondo e quasi autosufficienti, che stanno facendo affari d’oro vendendo ai paesi europei gas liquefatto (gnl) via navi, che compensa le minori forniture dalla Russia, ma che tra lavorazione e trasporto costa il triplo.