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Piano Ospedaliero siciliano. Enzo Sabella affronta il “Caso Sciacca”


Tante sono le belle promesse intorno all’ospedale di Sciacca.
enzo sabella

Sulla vicenda inerente alla riorganizzazione del sistema di rete dell’emergenza-urgenza proposta dall’Assessore alla Salute Gucciardi e trasmessa al Ministero a luglio, si è detto di tutto e di più, – bozza, documento, atto definitivo… – fino ad arrivare ad un disegno di legge che prevede per la struttura ospedaliera di Sciacca una gestione aziendale territoriale. Anche sabato l’Assessore Gucciardi, intervenuto al convegno di Urologia svoltosi al teatro Samonà, ha rassicurato che l’Ospedale di Sciacca non solo sarà salvaguardato con tutte le discipline e le professionalità di cui dispone, ma verrà potenziato.

In attesa di tutte queste belle promesse e rassicurazioni sul Giovanni Paolo II però, interiviene oggi il consigliere al civico consesso del PD Enzo Sabella dicendo: “vi pregherei di riparare gli ascensori non funzionanti e di attenzionare i reparti, che giornalmente operano con grande difficoltà per la mancanza di personale medico e para-medico”.

Ritornando al tema principale, Sabella dice: “da una lettura del nuovo piano di riordino dei servizi sanitari, ed in particolare al punto 7 del capitolo “articolazione delle unità operative complesse”, emerge un dato che il presidio di Sciacca pur svolgendo volumi di attività notevoli e pur assolvendo al fabbisogno espresso dal territorio, viene comunque declassato a presidio di base.

A questo punto qualche considerazione va fatta: – continua il consigliere – La scelta dell’assessorato appare una forzatura penalizzante il nostro territorio, che pur svolgendo di “fatto” le funzioni di Ospedale di 1° livello viene declassato ad Ospedale di base.

Tale scelta penalizza e mortifica il ruolo attuale del presidio ospedaliero saccense, ed evidenzia, ancora una volta, la mancanza di attenzione dei nostri rappresentanti politici nei confronti delle emergenze del nostro territorio e dei bisogni primari, quale quello del diritto alla salute”.

Sabella ritiene quindi che “l’unico vero obiettivo di tutte le forze politiche ed istituzionali debba essere finalizzato alla modifica della classificazione del Giovanni Paolo II, da Ospedale di base ad Ospedale di 1° livello (spoke), in modo da assicurare alla collettività un servizio sanitario adeguato alle proprie esigenze in termini di efficienza e professionalità degli interventi”.