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Pronto nuovo decreto per mandare armi “pesanti” in Ucraina, Conte non ci sta: “Pronti a votare contro”

Per Draghi “l’intenzione dell’Italia è di permettere agli ucraini di difendersi” ed il governo ha pronto un nuovo decreto per inviare armi di cui però non è possibile sapere quali perché la lista è stata secretata, ma Conte non ci sta: “Pronti a votare contro”

Ad accendere il dibattito è stato il ministro delle Difesa Guerini tramite un comunicato, con il quale ha spiegato che “il secondo decreto interministeriale è attualmente in via di finalizzazione e avrà la stessa natura della precedente tranche di aiuti, forniti sulla base delle richieste da parte dell’Ucraina e in ossequio alle risoluzioni del Parlamento”.

Guerini oggi spiegherà al Copasir, il Comitato di controllo parlamentare sulla sicurezza, il contenuto e la lista delle armi inviate che come è noto è segreta. Qualcosa però, almeno di quelle già inviate sappiamo. Abbiamo inviato missili terra-aria in grado di intercettare aerei a 2-3 mila metri di altezza, mortai, mitragliatrici, munizioni. Ma ora Kiev chiede armi più potenti “perché vuole riconquistare il Donbass”.

Ed è proprio questo “dettaglio” che ha fatto alzare le barricate al leader del M5S Giuseppe Conte, che mentre Guerini era riunito a Ramstein per pianificare l’invio, ha riunito la sua segreteria politica, il Consiglio Nazionale per bocciare Guerini e il premier Draghi. Conte ha presentato una mozione, che è stata approvata all’unanimità nella quale, in due pagine piene di paletti e raccomandazioni, chiede “condivisione sull’indirizzo politico e piena possibilità di conoscere gli interventi programmatici del governo” sulle armi.

Conte ha le idee chiare e pretende che il nuovo pacchetto di armamenti per l’Ucraina dovrà essere giustificato in modo rigido alla legittima difesa come “definito dall’articolo 51 della Carta dei diritti dell’uomo”. L’Italia non deve prestare in alcun modo il fianco ad operazioni che possano contribuire ad una escalation bellica. Non è tanto questione di “peso” delle armi, leggere o pesanti, quanto di “perimetro” degli aiuti. Punti chiari che preannunciano la ferma opposizione del M5S ad aiuti dall’Italia che possano servire da “controffensiva” all’attacco russo che resta senza dubbio l’aggressore e il responsabile unico di questa guerra.

Il leader dei pentastellati manda un messaggio chiaro a Draghi: “Il governo si adoperi per evitare un’escalation militare in tutti i consessi internazionali, europei o euratlantici”.Tradotto: “Pronti a votare contro il governo”, anche se poi ha addolcito la pillola: “Non temo di spaccare la maggioranza. Non mi pare ci sia nessuno favorevole all’escalation” e se anche ci dovesse essere un voto in Parlamento “noi voteremo conseguentemente”.

Nel documento che è stato votato e approvato dal M5s, si chiarisce che “bisogna aiutare la popolazione ucraina a difendersi, ma non dobbiamo lavorare a uno scenario da terza guerra mondiale”.