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Putin “schiaffeggia” l’Europa”: divieto di entrare in Russia per Sassoli e altri 7 funzionari per il caso Navalny


Il governo russo non gradisce le ingerenze dell’Europa sul caso Navalny e le relative sanzioni economiche ed in risposta dichiara “persona non grata”  David Sassoli, presidente dell’Europarlamento e altri 7 funzionari con divieto di entrare in Russia


“L’Unione europea continua la politica di misure restrittive unilaterali illegittime contro i cittadini e le organizzazioni russe. Solo nel marzo 2021, sei russi sono stati soggetti a restrizioni UE illegali”.
Questo si legge nel comunicato diffuso dal governo russo mediante l’agenzia Interfax a cui aggiunge: “Questa pratica è contraria alla Carta delle Nazioni Unite e alle norme fondamentali del diritto internazionale. È accompagnato da isteria anti-russa deliberatamente dispersa nei media occidentali. Non supportato da prove. Tutte le nostre proposte per risolvere eventuali problematiche che sorgono tra la Russia e l’Ue vengono costantemente ignorate o respinte”. Infine conclude: Tutto questo con l’incoraggiamento degli Usa che non nascondono l’interesse di trasformare l’Europa, ancora una volta, in un’arena di aspro confronto geopolitico”.

Una risposta dura quella di Mosca che si abbatte sugli alti vertici Europei ad iniziare dal presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, a cui si aggiungono altri sette funzionari.

Al governo russo non sono piaciute le “limitative introdotte il 2 e il 22 marzo di quest’anno nei confronti di sei cittadini russi” che l’Unione europea ha emanato come risposta a quella che considera una “persecuzione dell’oppositore russo di Vladimir Putin, Alexei Navalny”, ma che per Mosca sono un’ingerenza negli affari interni del Paese.

Nello specifico lo scorso 2 marzo era stato imposto un provvedimento sanzionatorio per violazione dei diritti umani da parte del Consiglio Europeo nei confronti di Alexander Bastrykin, capo del comitato investigativo della Federazione russa, Igor Krasnov, procuratore generale, Viktor Zolotov, capo della guardia nazionale, e Alexander Kalashnikov, capo dell’amministrazione penitenziaria federale. Tutti accusati di abusi arbitrari nell’arresto e nel processo fino alla condanna di Navalny, inclusa la violenta repressione delle proteste a seguire.

Poi a fine marzo l’Ue aveva inasprito ulteriormente le misure sanzionatorie, contro esponenti di Corea del Nord, Russia, Cina e Libia per ripetuta violazione dei diritti umani, con il congelamento dei beni e il divieto di viaggio.

Provvedimenti duri quelli europei che non potevano essere ignorati da Mosca, che come prevedibile ha risposto a tono, colpendo David Sassoli in quanto rappresentante più alto dell’Europarlamento. Insieme a lui sono oggetto del divieto di viaggio verso la Russia: “Vera Jourova, vice presidente della Commissione Ue per i valori e la trasparenza, Ivars Abolins, presidente del National Electronic Media Council della Lettonia, Maris Baltins, direttore del National Language Centre della Lettonia, Jacques Maire, membro della delegazione francese all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Jorg Raupach, capo dell’ufficio del procuratore di Berlino, Asa Scott, capo del laboratorio di sicurezza chimica, biologica e nucleare, Total Defence Research Institute, Svezia e Ilmar Tomusk, capo del Language Department dell’Estonia”.

La risposta di Mosca ovviamente ha scatenato una valanga di critiche e la condanna unanime dalle forze parlamentari europee.