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Quasi completa la squadra di Trump, da Rubio segretario di Stato a Waltz sicurezza nazionale: ecco tutti i nomi

Secondo le proiezioni di Decision Desk per The Hill, i repubblicani dopo il Senato, si avviano a mantenere la maggioranza anche alla Camera, se confermato, il partito avrebbe il controllo totale del Congresso

Con questa prospettiva, Donald Trump sta plasmando un’amministrazione di falchi, senza guanti di velluto e soprattutto anti-migranti. La squadra del neo presidente comincia a prendere forma con una serie di nomine strategiche fatte di uomini fidati, di fatto trumpiani di ferro, senza fare sconti a nessuno, nemmeno al suo stesso partito.

Dopo aver nominato la tecnica Susan Wiles chief of staff, prima donna a ricoprire questo incarico nella storia americana, il tycoon ha deciso di affiancarle una figura piu’ ideologica, il suo ex consigliere Stephen Miller. Classe 1985, il funzionario e’ un fedelissimo di The Donald, artefice del famigerato ‘bando sui musulmani’ del 2016 e di altre misure drastiche contro gli immigrati. Considerato un estremista e un nazionalista bianco, Miller torna nell’amministrazione con un ruolo molto piu’ prestigioso e con un maggiore potere di influenza soprattutto sulle politiche migratorie e il programma di deportazioni, la grande promessa della campagna del tycoon.

Secondo quanto riferisce il New York Times, il senatore Marco Rubio  sarà il nuovo segretario di Stato americano. Eletto al senato nel 2010 ed è sempre stato un falco in politica estera, adottando linee dure nei confronti della Cina e dell’Iran in particolare. Sulla guerra in Ucraina di recente ha dichiarato che serve “una conclusione”. Nonostante sia stato scartato come vicepresidente, il senatore della Florida è rimasto fedele a Trump e ha tenuto diversi eventi e comizi in suo favore.

Waltz verso nomina a consigliere per la Sicurezza nazionale Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe deciso di nominare il deputato repubblicano Mike Waltz della Florida come suo consigliere per la sicurezza nazionale. Waltz ha severamente criticato, in passato, l’attività cinese nell’Asia-Pacifico e ha espresso la necessità che gli Stati Uniti siano pronti per un potenziale conflitto nella regione. La scorsa settimana, riferisce il Guardian, Waltz è stato rieletto al seggio della Camera degli Stati Uniti in rappresentanza della Florida centro-orientale, che include Daytona Beach. Ha sconfitto il democratico James Stockton, pastore ed ex presidente di una filiale locale della NAACP.

 

Thomas Homan, sarà il responsabile immigrazione di Trump che lavorò con Obama. L’uomo della tolleranza zero. Definito il nuovo “Zar del confine” Homan è un ex poliziotto dalla fama di duro.  Donald Trump lo ha nominato a capo del piano di “espulsione di massa” di undici milioni di illegali, come annunciato dal tycoon durante la sua campagna elettorale. Homan ha lavorato prima nell’amministrazione di Barack Obama e poi in quella guidata da Trump. Sessantatré’ anni il prossimo 28 novembre, nato a West Carthage, New York, laurea in tecnologia e giustizia criminale, Homan è stato un agente delle pattuglie di confine, investigatore e supervisore delle politiche sulla migrazione.

La sua figura è diventata controversa quando nel 2017, sotto la presidenza Trump, aveva avviato una spietata politica di separazione dei bambini dai genitori entrati negli Stati Uniti illegalmente. Homen separò più di quattromila bambini dai loro genitori, ma non è chiaro se verrà riproposto lo stesso modello. Il criterio di espulsione di massa, ha annunciato ieri Homan, “metterà al primo posto gli illegali che rappresentano una minaccia alla sicurezza pubblica e interna” e i primi raid si concentreranno nei luoghi di lavoro. Homan ha aggiunto che anche gli immigrati che non hanno commesso reati ma sono stati raggiunti da ordini d’espulsione finiranno in cima alla lista. Il nuovo “zar del confine” ha intanto accusato l’amministrazione Biden di “non conoscere il destino di oltre 300 mila minorenni portati negli Stati Uniti dai cartelli criminali”. Secondo un report pubblicato dall’ispettorato generale del dipartimento degli interni, fino a maggio di quest’anno 291 mila minori non accompagnati non avevano ricevuto la notifica a presentarsi davanti al giudice, mentre altri 32 mila che erano stati convocati non si sono presentati.

Il segretario alla sicurezza interna sarà Kristi Noem, nota per avere dichiarato di avere sparato al suo cane. Lei stessa si vantò di aver ucciso un cucciolo di cane di 14 mesi, perché ”irrequieto”. E ora, come hanno riferito due fonti ben informate alla Cnn, il presidente eletto Donald Trump la sceglierà come Segretario alla sicurezza interna della sua amministrazione. E’ Kristi Noem, la governatrice del South Dakota che si è guadagnata una dubbia fama, con cui Trump si aggiudicherebbe una fedelissima alla guida di un’agenzia che sovrintende a tutto, dalla US Customs and Border Protection all’Immigration and Customs Enforcement, fino alla Federal Emergency Management Agency e agli US Secret Service. Noem era stata anche nella rosa dei candidati di Trump per la carica di vicepresidente, ma a costarle il posto furono proprio le sue rivelazioni sull’uccisione del suo cane da caccia, Cricket, dopo averlo considerato non idoneo a cacciare. Un cane ”impossibile da addestrare”, aveva scritto Noem nel suo libro, ‘No Going Back: The Truth on What’s Wrong with Politics and How We Move America Forward’.

Il presidente eletto Donald Trump ha nominato un altro fedelissimo, l’ex deputato di New York Lee Zeldin a capo dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (Epa), mentre continua a costruire la sua futura amministrazione con sostenitori leali. Zeldin, un repubblicano che ha tentato senza successo di diventare governatore di New York nel 2022, avrà il compito di “garantire decisioni deregolamentative giuste e rapide che verranno attuate in modo da liberare il potenziale delle imprese americane, mantenendo al contempo i più alti standard ambientali, tra cui l’aria e l’acqua più pulite del pianeta”, ha dichiarato Trump in un comunicato. Zeldin è stato tra i repubblicani al Congresso che hanno votato contro la certificazione dei risultati delle elezioni del 2020. Durante il suo mandato, non ha fatto parte di commissioni con supervisione sulle politiche ambientali.

Donald Trump nominerà Stephen Miller vice chief of staff. Lo riferiscono fonti alla Cnn. Classe 1985, il funzionario è un falco delle politiche contro l’immigrazione, nel 2016 – quando era uno dei consiglieri più importanti alla Casa Bianca – fu l’ideatore del famigerato bando contro i musulmani e altre misure durissime.

L’altra casella cruciale riempita dal presidente eletto e’ stata quella all’Onu con la nomina ad ambasciatrice della fedelissima Elise Stefanik. La 40enne, diventata nel 2014 la piu’ giovane deputata eletta alla Camera, e’ stata presidente della conferenza repubblicana della Camera e ha fatto parte del Commissione per le forze armate della Camera e di quello ristretto sull’intelligence, ma non ha esperienza in politica estera. Fervida sostenitrice di Israele nella guerra a Gaza, ha avuto un ruolo di alto profilo nelle udienze del Congresso che hanno portato alle dimissioni di diversi rettori universitari per la loro gestione delle proteste nei campus.

Mentre sta ancora ponderando su chi piazzare in due dipartimenti chiave per lui, Giustizia e Tesoro, Trump ha avvertito i suoi che qualsiasi senatore punti alla posizione ambita di leader nel Senato deve accettare le nomine senza esigere la conferma della Camera Alta. Si tratta di una clausola costituzionale che consente al presidente di fare nomine temporanee quando il Senato non e’ in sessione, pensata per garantire l’operatività del governo in caso di necessità ma che alcuni presidenti hanno usato per scopi politici.

Il più quotato per il ruolo di leader del Grand old party alla Camera alta, Rick Scott, si e’ subito allineato, impegnandosi a soddisfare la richiesta di Trump. Esponente di spicco del movimento trumpiano Maga, il senatore 71enne ha gia’ ricevuto l’appoggio di Elon Musk, sempre piu’ influente anche nelle scelte interne al partito.