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Ragusa. Medico dell’Asp si licenzia per non vaccinarsi: in Italia i medici “NoVax” sono oltre 25mila


Fa pensare se un medico con tanto di laurea in medicina preferisce licenziarsi dal lavoro pur di non vaccinarsi


Un medico dell’Asp di Ragusa già sospeso dal servizio e senza stipendio ha preferito licenziarsi dall’azienda sanitaria, anziché farsi il vaccino. La notizia è stata resa pubblica dal manager dell’Asp Angelo Aliquò, in un’intervista rilasciata ad una Tv locale.

Una notizia che fa riflettere sulle motivazioni che hanno portato il medico, dunque un laureato in medicina, che, a rigor di logica dovrebbe conoscere gli effetti del farmaco. Una scelta forte ma che non poteva avere altro sbocco, perché la vaccinazione per alcune categorie professionali, tra i quali medici e operatori sanitari, è un obbligo stabilito dal decreto legge n. 44, convertito in legge dal Parlamento a fine maggio.

Per il manager dell’Asp, la scelta del medico “E’ stata incomprensibile. Non obblighiamo nessuno a vaccinarsi, ma noi come Asp siamo obbligati, a nostra volta, a rispettare una legge”.

Questo episodio è solo la punta dell’iceberg, infatti solo nel’Asp di Ragusa ci sono ancora 15 medici sospesi senza stipendio perché non hanno voluto vaccinarsi, che stanno provando a “resistere” con motivazioni serie e importanti come ad esempio controindicazioni, per seri motivi di salute o perché, nel caso di donne, in fase di gravidanza.

Nelle varie regioni d’Italia la situazione è più complessa:

Nelle Marche rischiano il demansionamento o la sospensione dal servizio i 1.181 operatori della sanità marchigiana (medici, infermieri, oss) che finora non si sono vaccinati, né hanno prenotato la somministrazione della prima dose.

In Toscana sarebbero 15.795 i professionisti sanitari (l’11% del totale) che ancora non si sono vaccinati, secondo l’ultima rilevazione portata avanti dal governo.

In Emilia Romagna sarebbero circa 5mila gli operatori della sanità – pari a una percentuale inferiore al 2% del totale dei medici, infermieri o Oss che lavorano sul territorio – per cui è stato attivato l’iter previsto per chi non si è ancora sottoposto alla vaccinazione anti-Covid.

In Friuli Venezia Giulia 3.252 su 20.399 dipendenti non si sarebbero ancora vaccinati (oltre il 15%).

In Piemonte sarebbero circa 3000 gli operatori sanitari non vaccinati. Nei giorni scorsi il presidente della regione Alberto Cirio aveva spiegato che “i numeri dei non vaccinati si stanno riducendo” ribadendo “chi svolge una professione sanitaria deve vaccinarsi”.

Nelle restanti Regioni i numeri sono di qualche centinaio di unità .

Fonte dati sui medici “no vax” AGI

Intanto trecento operatori sanitari e medici di Brescia, Cremona, Bergamo e Mantova hanno presentato ricorso al TAR di Brescia chiedendo l’annullamento dell’obbligo vaccinale. L’udienza è prevista il 14 luglio.

“Non è una battaglia no vax, ma una battaglia democratica.  Qui si obbliga una persona a correre un rischio altrimenti gli viene impedito di svolgere la professione” spiega l’avvocato Daniele Granara che ha presentato il ricorso contro AST Bergamo, ATS Brescia, ATS Val Padana e ATS Montagna.
“L’Italia – si legge nelle 52 pagine di ricorso – è l’unico Paese dell’Unione Europea a prevedere l’obbligatorietà per determinate categorie di soggetti della vaccinazione per la prevenzione della Sars-CoV-2”. Il ricorso è stato depositato lo scorso 22 giugno.