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Ramstein. A Zelensky servono panzer, agli USA vincere contro la Russia, all’UE servirebbe sopravvivere

Il Ministro Crosetto ha assicurato fedeltà a Ramstein: “l’Italia, tra i protagonisti dell’Alleanza Atlantica, proseguirà nel sostegno all’Ucraina e al suo popolo. Continueremo a fare la nostra parte”, ma dalla Russia avvertono: “i nuovi tank non serviranno a nulla” ed il rischio nucleare aumenta sempre di più

Giornata importante per l’Occidente e – forse – per la guerra in Ucraina: stamani si è tenuto un tavolo dei Ministri della Difesa delle principali cancellerie occidentali in Germania, nella base militare americana di Ramstein, per discutere nuove forme di coordinamento e di aiuti militari a Kiev, impegnata nella guerra contro la Russia, ormai diventata apertamente nemica giurata dell’Occidente-NATO (inutile far finta di nasconderlo).

Carri armati – Leopard 2, Challenger 2 -, artigliera pesante, mezzi per la difesa aerea – munizioni guidate per gli obici da 155 mm, sistemi missilistici ad alta precisione HIMARS, bombe plananti GBU-39 con portata a 160km – e non solo da Europa e Stati Uniti con la promessa – probabilmente speranza – di cambiare le sorti della guerra e mandare Kiev all’offensiva, fino all’ultimo ucraino e fino all’ultimo mercenario.

Il tono dell’incontro è stato anticipato ieri dall’annuncio di Regno Unito, Paesi Bassi, Estonia e degli altri sette paesi del cosiddetto “patto di Tallinn” e da una conversazione telefonica tra il Segretario di Stato americano Antony Blinken e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Josep Borrell, ha visto molti appelli all’unità degli Alleati.

“È il momento di non cedere”. “È un momento decisivo per l’Ucraina e per tutto il mondo”, ha detto il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, aprendo la riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina a Ramstein: “Ci incontriamo in un tempo molto difficile e turbolento, ma percepiamo qui determinazione e l’unità”, “non smetteremo, non indugeremo e non esiteremo nell’aiuto dell’Ucraina”.

Del resto i toni di Zelensky lasciano trasparire che l’Ucraina la guerra non la sta vincendo per niente: “Non abbiamo tempo. Conta il tempo, è un fattore determinante. Dobbiamo agire in fretta”.

Dopo quasi un anno di forniture militari e svariati anni di preparazione alla guerra contro la Russia, il presidente ucraino ha anche aggiunto: “Abbiamo bisogno di panzer da difesa e da combattimento”, da notare l’uso della parola panzer e non tank o carro armato, “ogni arma conta”.

“La guerra iniziata dalla Russia non ci permette ritardi, – ha continuano l’ucraino – non posso usare parole invece di armi per difendere l’Ucraina: vi ringrazio per l’aiuto ma dobbiamo velocizzare, il Cremlino deve perdere, vi incoraggio a prendere le decisioni e darci i carri armati e missili di lungo raggio”.

“L’Italia farà la sua parte”, bisognerà però capire che parte farà se le cose dovessero “evolversi male”, del resto è una probabilità non trascurabile. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, durante un colloquio a margine del vertice tedesco nella base americana con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: ha “ribadito a Stoltenberg che l’Italia, tra i protagonisti dell’Alleanza Atlantica, proseguirà nel sostegno all’Ucraina e al suo popolo. Continueremo a fare la nostra parte”.

“Ogni giorno è importante per risolvere la crisi in atto. – ha detto ancora Crosetto – Ci aspettiamo nelle prossime settimane un inasprimento della guerra con un aumento esponenziale degli attacchi via terra che andranno ad aggiungersi a quelli missilistici portati dalla Russia in quest’ultimo periodo“, ha affermato Crosetto, ricordando che i russi hanno formato oltre 300mila nuove reclute.

Dunque, anche per crosetto, il rischio che le cose si “evolvano male” c’è, ma non parla di un rischio che la guerra possa arrivare in Europa. A farlo ci pensa la Germania, con Steinmeier difende la linea del cancelliere Scholz sul non voler mandare i carri armati all’Ucraina.

Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ritiene che l’approccio cauto del governo tedesco sulla consegna di armi pesanti all’Ucraina sia quello giusto. “Naturalmente, ogni politico responsabile deve anche affrontare la questione di quando e in quali circostanze il conflitto potrebbe intensificarsi drammaticamente. – ha detto Steinmeier in un’intervista a Wirtschaftswoche – Questo dovrebbe essere considerato, così come la valutazione dell’impatto del prezzo di una mancanza di supporto”.

Il presidente ha anche sottolineato che la Germania sta sostenendo l’Ucraina “al meglio delle sue capacità”, spiegando che se esistesse – come ovvio – un limite per quanto riguarda ulteriori consegne di armi che la Repubblica Federale non dovrebbe oltrepassare, Steinmeier ha affermato: “Se ci fossero questi limiti, non sarebbe saggio parlarne”.

Steinmeier inoltre ha anche commentato la situazione delle forze armate tedesche. “La Bundeswehr deve prepararsi per tempi più difficili. Gli obblighi di difesa nazionale e di alleanza hanno un peso completamente diverso”, ha detto. “Dobbiamo investire con decisione nel nostro esercito per poter garantire la sicurezza in tempi incerti”, ha aggiunto.

Dunque per il Presidente tedesco viviamo in tempi incerti, in Europa, dopo 80 anni di pace. Intanto da Mosca arrivano foto dei sistemi antimissile e antidrone Pantsir S-1 montati sui tetti dei Ministeri: non è un buon segno, significa che la Russia si aspetta di tutto e soprattutto si prepara a tutto.

Del resto l’ex Presidente Medvedev è stato chiaro: “La sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale può scatenare un conflitto nucleare”. Poco rassicurante detto dall’ex Presidente della prima potenza atomica mondiale.

Ovviamente sul tema la si può pensare come l’ex premier britannico Boris Johnson, convinto che la Russia non intenda scatenare in nessun caso una “guerra nucleare” sulla questione ucraina, anche di fronte a un’escalation degli aiuti bellici dei Paesi Nato a Kiev. Del resto Johnson ha dato grande prova della sua lungimiranza in passato ed il fatto che sia un ex premier ne è uno degli esempi più lampanti.

Ciò che comunque restano certe sono le dichiarazioni di Mosca su Rammstein: “L’Occidente si illude”.

Proprio oggi infatti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che se i ministri della difesa occidentali riuniti presso la base aerea statunitense di Ramstein in Germania decidessero di fornire carri armati pesanti a Kiev, ciò provocherebbe conseguenze negative per l’Ucraina. “Le conseguenze saranno negative, certamente”, ha detto ai giornalisti.”Abbiamo detto più volte che queste forniture non possono cambiare nulla in linea di principio, ma aggiungeranno problemi all’Ucraina e al popolo ucraino”.

Il portavoce di Putin ha affermato che “le forniture non dovrebbero essere sopravvalutate dal punto di vista del loro potenziale per cambiare qualcosa”.”Gli specialisti sono perfettamente consapevoli dei problemi che accompagnano tali forniture. Tutti questi carri armati necessitano di manutenzione, riparazioni e così via“, ha affermato Peskov, concludendo che “ciò aggiungerebbe problemi per l’Ucraina, ma ciò non cambierebbe nulla in termini di progresso della parte russa verso il raggiungimento dei suoi obiettivi”.

Intanto continuano gli scontri nel Donbass con il gruppo di contractor russi Wagner che ieri – dopo Soledar e tanti altri sobborghi – ha conquistato il villaggio di Kleshcheyevka vicino al “tritacarne Bakhmut”, chiamato così proprio dai membri della Wagner che ormai conterebbe oltre 50.000 combattenti in Ucraina, sotto il comando di Yevgeny Prigozhin, uno degli uomini di ferro di Putin.