“La pace nella nostra Unione non può più essere data per scontata. Stiamo affrontando una crisi di sicurezza europea. Ma sappiamo che è nelle crisi che l’Europa è sempre stata costruita. Quindi, questo è il momento della pace attraverso la forza. Questo è il momento di una difesa comune”
Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen davanti al Parlamento europeo alla vigilia del voto sulla risoluzione su “Rearm Europe“, il piano in cinque punti da 800 miliardi di euro per aumentare la spesa europea nel settore della difesa, già approvato dal Consiglio europeo del 6 marzo. Von der Leyen però consapevole che non tutti i 27 Stati membri sono d’accordo, per evitare la più che probabile bocciatura fa ricorso alla procedura di emergenza per scelte rapide, che esclude il Parlamento Europeo da voto.
“Abbiamo bisogno di velocità e di scala. È per questo che abbiamo scelto la procedura d’emergenza di cui all’articolo 122, che è pensata proprio per i momenti in cui sorgono gravi difficoltà nell’approvvigionamento di determinati prodotti” e spiega che “l’articolo 122 ci permette di raccogliere denaro, di prestarlo agli Stati membri perché lo investano nella difesa. Questo è l’unico modo possibile per possibile per l’assistenza finanziaria di emergenza ed è ciò di cui abbiamo bisogno ora. Terremo il Parlamento costantemente aggiornato”.
Von der Leyen per giustificare le sue scelte, ha accusato Putin e la Russia. “Abbiamo bisogno di un’impennata nella difesa europea. E ne abbiamo bisogno ora. Ne abbiamo bisogno prima di tutto a causa della situazione in Ucraina. C’è l’urgente bisogno di colmare le lacune nelle forniture militari dell’Ucraina. E di fornire all’Ucraina solide garanzie di sicurezza. Ma questo momento della resa dei conti non riguarda solo l’Ucraina. Riguarda tutta l’Europa e la sicurezza dell’intero continente. Putin ha dimostrato più e più volte di essere un vicino ostile. Non ci si può fidare di lui, può solo essere scoraggiato. E sappiamo che il complesso militare della Russia sta superando il nostro”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo.
La procedura d’emergenza che esclude il parlamento dal voto finale sul “Rearm Europe“, non ha nulla di democratico ed ha scatenato la protesta della delegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo, assieme ad altri deputati e senatori del M5s in Italia ed eurodeputati del gruppo The Left, che dalle tribune dell’aula della plenaria a Strasburgo hanno contestat il piano di riarmo Ue. Riuniti davanti la sede del Parlamento europeo di Strasburgo i 5 stelle hanno srotolato uno striscione co la scritta “Basta soldi per le armi” e in Aula cartelli con le scritte: “Basta armi”, “No al riarmo” “Più lavoro meno armi“. “Volete la Terza Guerra Mondiale per nascondere i vostri fallimenti, ma noi ve lo impediremo: non un euro per le armi”.
Presente anche il leader Giuseppe Conte, che dagli spalti ha contestato Ursula von der Leyen, accusandola di spingere l’Ue alla vigilia del voto sulla risoluzione su “Rearm Europe“, il piano in cinque punti da 800 miliardi di euro per aumentare la spesa europea nel settore della difesa, già approvato dal Consiglio europeo del 6 marzo.
“Non è vero che l’Europa investe meno della Russia, è vero che investiamo peggio. Se ci fossero governanti seri dovrebbero ritrovarsi per settimane e mesi e tirar fuori un serio progetto di difesa comune, con un’unità di comando che non vorranno raggiungere”, ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte a Strasburgo. “Stiamo andando verso un’escalation militare – ha aggiunto – oggi Ursula Von der Leyen ci sta portando verso una economia di guerra. Non votiamo la proposta di Ursula von der Leyen. Ha recuperato la sua dimensione passata, quella bellica”.
“Da Meloni – ha sottolineato Conte – l’ennesima presa in giro. Le basta cambiare nome al piano del riarmo. Almeno Ursula von der Leyen ci mette la faccia e parla chiaramente di riarmo”, ha sottolineato Conte a Strasburgo. Il leader del M5s è tornato anche a parlare della piazza del 15 marzo, sfilandosi: “Ho apprezzato le parole di Michele Serra contro il riarmo, gli fa onore. Ma oggi ho assistito a un dibattito qui a Strasburgo delle istituzioni europee, anche Costa, in cui la maggioranza degli interventi era per il riarmo. Manifestare oggi vuol dire battersi contro il riarmo. I cittadini non vogliono l’ambiguità di una piazza dove tanti porteranno le bandiere di guerra“, ha concluso.
Questi alcuni dei passaggi significativi diUrsula von der Leyen, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo
“Vorremmo tutti vivere in tempi più pacifici. Ma sono convinta che, se scateniamo il nostro potere industriale, possiamo ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di farci del male. E’ tempo di costruire un’ Unione europea di difesa che garantisca la pace nel nostro continente attraverso l’unità e la forza. Questo è il momento dell’Europa. E l’Europa sarà all’altezza”, dichiarato la presidente della Commissione europea.
“Al Consiglio europeo ho visto un livello di consenso sulla difesa europea che non solo non ha precedenti, ma era del tutto impensabile solo poche settimane fa. C’è una nuova consapevolezza che dobbiamo pensare in modo diverso e agire di conseguenza”, ha osservato von der Leyen, aggiungendo: “L’ordine di sicurezza europeo è stato scosso e molte delle nostre illusioni vanno in frantumi. Dopo la fine della Guerra Fredda, alcuni credevano che la Russia potesse essere integrata nell’architettura economica e di sicurezza dell’Europa. Altri speravano di poter contare a tempo indeterminato sulla piena protezione dell’America. E così, abbiamo abbassato la guardia. Abbiamo ridotto la spesa per la difesa da una media di oltre il 3% a meno della metà”. Von der Leyen ha poi citato Alcide de Gasperi sottolineando la necessità di una difesa comune “come deterrente” per chi minaccia l’Europa unita.
La presidente ritiene fondamentale mobilitare i bilanci nazionali. “Oggi spendiamo poco meno del 2% del nostro Pil per la difesa. Ogni analisi concorda sul fatto che dobbiamo andare oltre il 3%. L’intero bilancio europeo raggiunge solo l’1% del nostro Pil. Quindi è ovvio che la maggior parte dei nuovi investimenti può provenire solo dagli Stati membri. Ecco perché stiamo attivando la clausola di salvaguardia nazionale, prevista dalle nostre nuove regole fiscali. E’ un nuovo strumento creato solo l’anno scorso. E proponiamo di attivarlo in modo controllato, vincolato e coordinato per tutti gli Stati membri” che “potrebbero mobilitare fino a 650 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, aggiungendo l’1,5% del Pil ai loro bilanci della difesa in 4 anni. E’ una cifra enorme. E tuttavia il Consiglio europeo ci ha incaricato di esplorare ulteriori misure, per facilitare una spesa per la difesa significativa a livello nazionale, garantendo al contempo la sostenibilità del debito”, ha aggiunto.
Von der Leyen nel discorso ha evidenziato che “C’è l’urgente bisogno di colmare le lacune nelle forniture militari dell’Ucraina e di fornire all’Ucraina solide garanzie di sicurezza. Ma questo momento della resa dei conti non riguarda solo l’Ucraina. Riguarda tutta l’Europa e la sicurezza dell’intero continente. Putin ha dimostrato più e più volte di essere un vicino ostile. Non ci si può fidare di lui, può solo essere scoraggiato”. Poi ricorda la presidente: “Sappiamo che il complesso militare russo sta superando il nostro. Se consideriamo la spesa militare in termini reali, il Cremlino sta spendendo più di tutta l’Europa messa insieme. La produzione europea è ancora su un ordine di grandezza inferiore” spiega von der Leyen, nel suo sottolineando che “oltre alle capacità tradizionali, la gamma di minacce che affrontiamo si sta ampliando di giorno in giorno. Il Parlamento europeo ha sostenuto per anni che l’Europa doveva fare di più. E avevate assolutamente ragione. In quest’epoca più pericolosa, l’Europa deve intensificare. E questo è l’obiettivo del piano – ha proseguito la presidente della Commissione – che ho presentato ai leader la scorsa settimana. La sua logica è semplice: vogliamo utilizzare ogni singola leva finanziaria a nostra disposizione per rafforzare e accelerare la nostra produzione di difesa. Con il piano REARM Europe, possiamo mobilitare fino a 800 miliardi di euro”.
L’utilizzo dei fondi di di coesione per il RearmEu “è una possibilità che stiamo offrendo agli Stati membri. Gli Stati membri avranno la possibilità di reindirizzare alcuni dei loro fondi non impegnati – ha detto von der Leyen – verso progetti legati alla difesa. Potrebbe trattarsi di infrastrutture o di ricerca e sviluppo. Si tratta di una scelta volontaria. Spetterà al Parlamento e al Consiglio decidere su questa opzione aggiuntiva. Per lo stesso motivo – ha spiegato – Rearm Europe prevede anche misure per mobilitare gli investimenti privati, con la Banca europea per gli investimenti e l’imminente Unione del risparmio e degli investimenti. Permettetemi di aggiungere che he tutto ciò avrà ricadute positive anche per la nostra economia e la nostra competitività”, ha sottolineato von der Leyen.