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Reddito di cittadinanza: Cambia si sdoppia e dal prossimo anno si chiamerà “Mia”. Ecco le novità

Il reddito di cittadinanza resterà attivo fino ad agosto, poi il governo lo sostituirà con una nuova misura assistenziale che si chiamerà “Mia”

Il provvedimento è ancora allo studio del Ministero del Lavoro, ma secondo le anticipazioni riportate dal Corriere della Sera, il nuovo sussidio contro la povertà che a partire da agosto sostituirà il Reddito di cittadinanza, si chiamerà Mia, acronimo di “Misura per l’inclusione attiva” e sarà profondamente diverso dalla misura voluta dal movimento cinque stelle, con importi e durata dei mesi erogati che varieranno a seconda della situazione familiare.

La prima differenza sarà quella tra famiglie con o senza persone occupabili

Le famiglie senza persone occupabili dovrebbero percepire un importo più alto ed averlo più a lungo mentre le famiglie con persone occupabili dovrebbero ricevere un massimo 375 euro al mese (contro i 500 attuali) e limitato ad un anno contro i 18 mesi delle famiglie povere senza occupabili. Una stretta dovrebbe arrivare anche sul tetto Isee per avere diritto al sussidio che dovrebbe scendere a 7.200 euro dai 9.360 attuali.

Sempre secondo le anticipazioni del Corriere della sera, ci saranno tagli anche per le famiglie senza persone occupabili, tra cui la riduzione sul contributo per l’affitto, oggi fissato al massimo a 280 euro al mese, oltre alla riduzione della durata dell’assegno dopo la prima richiesta. Al momento il Reddito di cittadinanza si può chiedere senza limiti solo aspettando un mese tra una domanda e l’altra (la durata per ogni domanda se non cambiano le condizioni della famiglia è di 18 mesi) mentre la nuova misura potrebbe prevedere la riduzione della durata per la seconda domanda a un anno.

Per le famiglie con persone occupabili la durata dovrebbe scendere a un anno per la prima domanda e a sei mesi per la seconda. Se poi si vorrà fare una terza domanda si dovrà aspettare un anno e mezzo. Il nuovo sistema dovrebbe essere pensato per spingere le persone quanto più possibile a cercarsi un lavoro estendendo la possibilità di mantenere l’assegno a fronte di retribuzioni fino a 3mila euro l’anno a tutti i tipi di lavoro dipendente.

Cambiano anche i requisiti per la residenza, che per il RDC erano necessari 10 anni di residenza in Italia, ma dopo gli appunti dell’Unione europea per il nuovo sussidio ne basteranno solo 5, modifica che inevitabilmente avvantaggerà gli extracomunitari rispetto agli italiani. Altre modifiche dovrebbero riguardare la scala di equivalenza che ha prodotto disparità a favore dei nuclei con un solo componente e a scapito delle famiglie numerose (il primo componente ora vale uno a fronte dello 0,2 dei minori).