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Referendum Donbass, Zaporozhye e Kherson. Cina, India e Brasile si astengono su voto di condanna Onu

I maggiori Paesi del BRICS hanno preferito astenersi dal voto sulla mozione di condanna del Consiglio di Sicurezza ONU, si delinea sempre più il muro di divisione tra Occidente e resto del mondo

E’ naufragata malamente la bozza di risoluzione presentata ieri all’ONU da Stati Uniti e Albania che definiva “illegali” e condannava i referendum di adesione alla Russia da parte dei territori ucraini del Donbass, Zaporozhye e Kherson.

Che la proposta non venisse adottata era ovvio, data la presenza al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite della Russia quale membro permanente e con diritto di veto. Veto che è stato ovviamente posto.

La cosa che però pare aver fatto naufragare anche politicamente l’atto è il fatto che sel Consiglio di Sicurezza ONU composto da 15 nazioni, 10 nazioni hanno votato a favore della risoluzione, la Russia ha posto il veto, mentre Cina, Gabon, India e Brasile si sono astenute.

Insomma, i BRICS – che ricordiamo, comprendono oggi oltre il 42% della popolazione mondiale, il 25% della totale estensione della Terra e oltre 20% del PIL mondiale – hanno chiuso la porta in faccia all’Occidente a trazione USA, delineando sempre più quel muro di divisione che dallo scoppio del conflitto in Ucraina, grazie a sanzioni e pressioni, si è allargato a tutto il pianeta.

Interessanti comunque le parole della rappresentante permanente dell’India all’Onu, Ruchira Kamboj, che ha affermato che Nuova Delhi è contraria a qualsiasi ulteriore soluzione militare: “Esortiamo tutte le parti interessate a fare tutti gli sforzi possibili per l’immediata cessazione della violenza e delle ostilità. Il dialogo è l’unica risposta per risolvere divergenze e controversie, per quanto scoraggianti possano apparire in questo momento”, ha affermato Kamboj, sottolineando che “il percorso verso la pace ci richiede di mantenere aperti tutti i canali della diplomazia”.

Anche il rappresentante permanente della Cina alle Nazioni Unite Zhang Jun durante la riunione del Consiglio di sicurezza ha tenute posizioni pacifiste e diplomatiche: “La Cina invita tutte le parti interessate a dar prova di moderazione, ad astenersi da azioni che potrebbero aggravare le tensioni e lasciare spazio a un accordo attraverso il lavoro diplomatico”, ha affermato.

Il rappresentante permanente della Cina ha poi anche sottolineato che il Paese sostiene il rispetto della sovranità e l’integrità territoriale degli stati: “La posizione della Cina sulla questione dell’Ucraina è coerente e chiara. La sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi devono essere garantite. Gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite devono essere rispettati, tutte le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti devono essere affrontate seriamente. Tutti gli sforzi che contribuiscono a una soluzione pacifica devono essere sostenuti”, ha concluso Zhang Jun.

Queste ultime parole vanno poi osservate nell’ottica degli interessi cinesi: non sono a favore ucraina, semplicemente Pechino è impegnata nella difesa del principio di “unica Cina” nei confronti di Taiwan, quindi non può approvare apertamente alcuna mozione separatista, indipendentista o di annessione di territori da parte di altre nazioni.