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Report è NoVax? PD furioso. Ranucci: “Un fatto è un fatto, che piaccia o no”


Nemmeno la stampa si salva dal diktat del credo dogmatico verso il “Governo dei migliori” di Mario Draghi e le sue decisioni su Vaccini e Green Pass. Il PD in Vigilanza Rai accusa Report di Rai 3 di mandare in onda:“un compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e No Green Pass”. Ma il conduttore e giornalista Ranucci non ci sta: “Un fatto non ha colorazioni no vax. È un fatto punto, che piaccia o no. Cercare di nascondere degli errori è il miglior modo di alimentare chi non crede nel vaccino”

Chi contesta le scelte del Governo Draghi su vaccini e green pass va censurato, anche se dice fatti veri e verificabili, anche se è un giornalista che fa il suo mestiere con serietà. Se a farlo fosse stato un governo di destra si sarebbe parlato di “deriva totalitaria”, ma dato che il primo attacco alla libertà di stampa è arrivato dal PD, alcuni fanno finta di nulla.

E’ questo l’allarmante quadro che esce allo scoperto dopo le polemiche di ieri sull’ultima puntata della trasmissione giornalistica di Rai 3 Report di Sigfrido Ranucci. Tema della puntata erano i vaccini ed il green pass, ma l’imparzialità del lavoro giornalistico che sollevava dubbi sul modo con cui è stata gestita la questione vaccinale dal Governo Draghi – e non tanto sui vaccini in sé, dato che la trasmissione si dichiara apertamente a favore dei vaccini – non è andato giù agli esponenti del PD in Vigilanza Rai.

“Ieri sera su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e No Green Pass; su questo chiediamo un un chiarimento ai vertici Rai”, hanno detto dal PD, a cui hanno fatto eco le parole di Andrea Ruggieri di Forza Italia: “Mi spiace ascoltare da Report la lagna qualunquista per cui ‘il vaccino è il business delle case farmaceutiche”, che invece per il deputato “hanno salvato il mondo” senza “se” e senza “ma”.

Davanti dunque ad una occasione così ghiotta, era impossibile per Renzi e Italia Viva non tentare l’affondo sulla trasmissione che a Maggio scorso sollevò un polverone sullo stesso Matteo Renzi, leader di Italia Viva, beccato ad un incontro di ben 40 minuti con Marco Mancini dei servizi segreti italiani, alto dirigente del Dis, avvenuto in un autogrill a Fiano Romano.

“E’ necessario un chiarimento dei vertici Rai su quanto affermato dl conduttore di Report ieri sera a commento del servizio ‘Non c’è due senza tre’. ‘E’ ovvio che la terza dose è il business delle case farmaceutiche’, ha detto Ranucci davanti agli spettatori di Rai Tre, a compendio di un servizio costruito con la solita tecnica della ‘spy story’ della trasmissione, con testimoni irriconoscibili e coperti dall’anonimato, che punta ad avanzare teorie complottistiche antiscientifiche sulla terza dose, con una narrazione speculatoria del ‘business delle multinazionali del farmaco'”. Lo scrivono in una nota i parlamentari di Italia Viva Michele Anzaldi e Davide Faraone, che hanno presentato una interrogazione in commissione Vigilanza Rai sul servizio di Report. “Un episodio gravissimo di cattiva informazione ai danni dei cittadini” per il partito di Renzi, che rincara la dose personalmente, commentando ancora: “In queste ore ricevo l’ennesimo attacco di Report. Non il primo, non l’ultimo. Per giudicare questa trasmissione mi bastano queste parole del conduttore Ranucci ieri: la terza dose è il business delle case farmaceutiche. Il vaccino non è un business, il vaccino per me è la salvezza dal coronavirus. Report non fa servizio pubblico, tutto qui”.

Gli unici politici a difendere Ranucci e Report sono stati gli ex M5S di Alternativa C’è: “Adesso la caccia alle streghe prende di mira anche il giornalismo libero e indipendente di Report. Con ogni probabilità, i parlamentari del PD membri della Commissione di Vigilanza Rai, che hanno bollato come no-vax i contenuti di un’inchiesta svolta con rigore e continenza fattuale, non hanno visto la puntata della trasmissione andata in onda lunedì sera su RaiTre. Dopo il bavaglio a chi dissente, a chi manifesta il proprio pensiero nelle piazze, adesso un pezzo della maggioranza che sostiene il Governo vuole anche imbavagliare i giornalisti che coscienziosamente fanno il proprio dovere e informano i cittadini su criticità, errori e opacità? A Sigfrido Ranucci e alla redazione di Report, che con i suoi servizi puntuali hanno messo in luce errori gravi e documentati nella campagna vaccinale italiana, va la nostra totale solidarietà perché l’interrogazione sui contenuti della puntata di ieri e i toni utilizzati nell’annunciarla, così come le accuse lanciate sui social dal senatore Matteo Renzi, rappresentano un intollerabile attacco alla libertà di stampa, degno di un regime totalitario”.

A difendere la trasmissione anche l’Usigrai: “Da ‘Report’ – sottolineano l’esecutivo e il cdr della Direzione editoriale offerta informativa – un rigoroso, serio e documentato lavoro giornalistico d’inchiesta come richiede il miglior Servizio Pubblico. Nessuna tesi no-vax, nessun cedimento a teorie anti-scientifiche”. Questa la posizione del Sindacato dei Giornalisti Rai.

“Il Sindacato – prosegue la nota – difende il meticoloso lavoro dei colleghi e di tutta la Redazione di ‘Report’, guidata da Sigfrido Ranucci, precisando (come ha ricordato lo stesso conduttore alle agenzie di stampa dettagliando l’infondatezza di ogni accusa mossa) che raccontare le criticità del sistema dei vaccini non significa affatto schierarsi contro ma, come era ripetutamente sottolineato, farle emergere per migliorarlo e renderlo più efficace e solido nella lotta contro il Covid19″.

Durissima la replica di Sigfrido Ranucci:  “Sono stufo di queste accuse. Sono vaccinato come tutta la redazione di Report, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero i contenuti no vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto il servizio”.  “È da no vax dire che il 9 settembre Aifa si è sbagliata a scegliere con troppa fretta di iniettare il vaccino Moderna a dose intera quando la stessa azienda Moderna sei giorni prima aveva raccomandato metà dose? – dice all’ANSA -. È da no vax chiedere che venga fatto il tampone più frequentemente agli infermieri che rischiano di contagiarsi perché cala l’efficacia del vaccino? È da no vax chiedere di sorvegliare con attenzione gli anticorpi per fare prevenzione?

L’inchiesta – prosegue – aveva come ospiti scienziati del calibro dei membri del Fda e ha portato come esempio virtuoso Israele che ha già vaccinato il 65% della popolazione studiando il comportamento degli anticorpi, mentre da noi non c’è traccia di uno studio dell’Iss annunciato un anno fa. Solo il laboratorio del Niguarda di Milano sta facendo uno studio volontario”.

Ranucci precisa, inoltre, che “solo un infermiere non è apparso in video, ma gli altri, a cominciare dai sindacati, ci hanno messo la faccia“. “Su come è stato prorogato il Green Pass – dice ancora – non abbiamo fatto altro che riportare lo scambio dei i documenti intercorsi tra il ministro della Salute e il Cts. Sono no vax anche loro?

“Report è da sempre a favore del vaccino come migliore prevenzione, ma un fatto non ha colorazioni no vax – conclude Ranucci -. È un fatto punto, che piaccia o no. Cercare di nascondere degli errori è il miglior modo di alimentare chi non crede nel vaccino. Inoltre, la conclusione della puntata era che bisogna fare la terza dose, chiedendo attenzione però a farla ai giovani, e soprattutto che il Green Pass ha validità sei mesi non 12. Il contrario di quello di cui ci accusano. Semmai c’era un messaggio etico: pensiamo anche a vaccinare chi nel terzo mondo non ha neppure la prima dose”. 

Ranucci si è difeso anche a Di Materdì, ieri sera su La7 definendo le polemiche politiche: “Una grande operazione di distrazione di massa. I nostri sono fatti, non teorie no vax”.