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Ribera (Ag). Attivi i primi 16 posti letto all’Ospedale Covid, ma Musumeci ha ancora molto di cui rispondere


Finalmente, dopo diversi nostri articoli anche a firma dell’ex Presidente Seus 118 Sicilia Gaetano Montalbano e varie interrogazioni all’ARS che sono seguite, a Ribera si è smosso qualcosa

Ieri sera, alle ore 20, sono stati finalmente attivati 16 posti letto, dei 40 previsti, di degenza ordinaria covid presso l’ospedale di Ribera. Rimangono ancora chiusi i previsti reparti di terapia intensiva e sub intensiva, sempre dedicati ai pazienti covid. L’apertura dei primi posti letto giunge alla fine di una serie di ritardi, falsi annunci e polemiche. Decisiva per l’accelerazione e lo sblocco dell’impasse potrebbe essere stata la proposizione di una interrogazione parlamentare, al Presidente della regione Musumeci, da parte di 15 parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle. Prima firmataria la deputata gelese Ketty Damante.

Nel pomeriggio di ieri la situazione si stava facendo molto pesante. Una signora riberese, di 65 anni, trasportata dall’ambulanza del 118 (postazione di Siculiana), all’ospedale di Sciacca, è stata costretta ad attendere per più di 5 ore sul mezzo dei soccorritori prima di potere essere ricoverata in reparto. Stessa sorte è toccata ad una signora, di 81 anni, soccorsa a Caltabellotta dall’ambulanza del 118 della postazione di Ribera. Ritardi dovuti alla mancanza di posti letto liberi presso l’ospedale di Sciacca e alla mancata attivazione dei reparti del nosocomio riberese.

Oltre ai gravi disagi e alle inaccettabili sofferenze inflitte a chi ha avuto la sfortuna di contrarre il virus, sono state sottratte, per 5 ore, due ambulanze del 118 ( postazione Siculiana e Ribera) dal territorio lasciandolo in una situazione di grave carenza.

Proprio in queste ore sono emerse, nell’ambito dell’indagine sui dati covid falsati alla regione, una serie di agghiaccianti intercettazioni, tra Letizia Di Liberti, dirigente regionale dell’assessorato della salute, e Ferdinando Croce, capo della segreteria tecnica dell’ex assessore Ruggero Razza, nelle quali la dirigente regionale diceva al suo interlocutore: “oggi è morta una, perché l’ambulanza è arrivata dopo due ore ed è arrivata da Lascari. Ed è morta, e qua c’è il magistrato che già sta, subito, ha sequestrato le carte… 2 ore l’ambulanza. Perché? Perché sono tutte bloccate nei pronto soccorsi. Tutte. Te lo immagini. Cioè che arrivò un’ambulanza da Lascari. Arrivò dopo 2 ore e quella è morta per un infarto… che si poteva benissimo salvare… 52 anni”.

Adesso sarà interessante leggere la risposta che il Presidente Musumeci dovrà fornire ai parlamentari pentastellati i quali vogliono vederci chiaro non solo sulla tempistica di attivazione dei reparti del nosocomio riberese, gran parte dei quali ancora non attivi, ma anche sulle motivazioni dei ritardi e sul perchè sia stato falsamente annunciato come aperto, dal primo marzo, un reparto che invece era chiuso fino a ieri sera. Un punto inquietante quest’ultimo anche alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini della procura di Trapani sulla gestione dei dati Covid.

I parlamentari del Movimento 5 Stelle vogliono sapere, altresì, se è stato avviato il confronto con il governo nazionale sulle modifiche al decreto Balduzzi, così come promesso, per consentire di evitare la trasformazione del pronto soccorso dell’ospedale di Ribera in PTE, ed in caso affermativo di indicare lo stato degli atti e i relativi documenti.

Non solo. I deputati Damante, Di Caro, Campo, Cappello, Ciancio, De Luca, Di Paola, Marano, Pasqua, Schillaci, Siragusa, Sunseri, Trizzino, Zafarana e Zito vogliono capire come mai non si è ancora provveduto a realizzare il tunnel o centro di sanificazione per le ambulanze del 118 presso l’ospedale di Ribera, che oltre ad essere struttura sanitaria sede di pronto soccorso è, anche, ospedale di riferimento Covid.

Su quest’ultimo quesito pende un’altra interrogazione parlamentare presentata dal segretario regionale del Pd, On.le Anthony Barbagallo, il quale chiede conto anche della mancata attivazione dei tunnel di sanificazione installati da tempo, negli ospedali di Siacca e Agrigento, e mai entrati in funzione.