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Ribera, Coronavirus. Ruvolo a Pace: “errato chiudere la villa comunale, è mancanza di fiducia nei cittadini”


Il candidato a sindaco al Comune di Ribera Matteo Ruvolo invia una nota al sindaco Carmelo Pace con la quale contesta la chiusura per motivi di sicurezza sanitaria della villa comunale, atto che a suo avviso dimostra la mancanza di fiducia nei riberersi

Non è mia intenzione far polemica, – scrive Ruvolo nella nota – né tanto meno di sottovalutare i rischi di potenziali accessi incontrollati all’interno delle strutture comunali, pur condividendo le preoccupazioni del Sindaco, ritengo che l’Ordinanza sindacale n. 27 del 2.5.2020 sia, in alcune parti eccessiva e probabilmente priva di adeguata e corretta motivazione.

Mi riferisco in particolare, al punto E) in cui si dispone la chiusura della Villa Comunale, perché ritenuta “area in cui non è possibile assicurare il divieto di assembramento”.
Vero è che l’ultimo DPCM, consente ai sindaci di poter chiudere ville e giardini, nel caso in cui non sia possibile rispettare le distanze di sicurezza o evitare assembramenti: ciò però non significa attribuire agli stessi il potere di chiudere tali spazi pubblici a propria discrezione, ovvero con giustificazioni generiche”.

“Ebbene, – continua il candidato a sindaco – almeno per quanto riguarda la Villa Comunale, ritengo ci sia la possibilità per garantire il rispetto delle distanze di sicurezza e di evitare il rischio di assembramenti: nella stessa Ordinanza sindacale, del resto, tale possibilità è stata ritenuta fattibile per il Centro sportivo “Corso-Parisi” di C.da Spataro, che – cosa certamente meritoria – è così stato aperto ed è fruibile al pubblico, con le giuste prescrizioni.

Analogamente, ritengo si possa fare per la nostra amata Villa Comunale, che è il polmone verde della nostra città; se non un pieno utilizzo della stessa, da parte di tutti, consentirlo quanto meno, ai bambini ed ai diversamente abili, adeguatamente accompagnati.

Quanto alle misure concrete da adottare, l’eventuale apertura potrebbe essere organizzata in maniera flessibile (come già fatto in altri Comuni), sempre nel rispetto delle norme; certamente si dovrebbe provvedere ad adeguata sanificazione, oltre che al regolare lavoro di pulizia, sfalcio erbacce etc.; tale operazione di pulizia e controllo se con il personale attualmente impiegato non fosse possibile, si potrebbe affidarlo ai percettori di RDC, alla protezione civile o più semplicemente dei volontari”.

“La scelta di non aprire al pubblico la villa comunale, – Conclude Ruvolo – tra l’altro, può essere intesa come un segnale – errato – di mancanza di fiducia nei confronti della cittadinanza che finora, ha dato prova di grande senso di responsabilità e di rispetto di tutte le regole, anche di quelle forse talvolta esageratamente rigide e di difficile comprensione.

Non può passare l’idea che si possa limitare ancora la libertà dei cittadini (ed a maggior ragione delle fasce più deboli o svantaggiate), piuttosto che cercare – con ogni possibile sforzo – di approntare le misure necessarie per contemperare la tutela della salute con gli altri diritti basilari dell’individuo.

La fase 2 – che potrebbe modificare ancora per un po’ di tempo le nostre abitudini – nella quale tra alcune incertezze ma con grande senso di responsabilità stiamo già imparando a vivere la quotidianità, richiede sicuramente – da parte delle Istituzioni e dei cittadini – grande capacità organizzativa e disponibilità all’ascolto delle esigenze di tutti; per questo motivo ritengo, sia necessario ripristinare, per quanto più possibile, tutte quelle libertà individuali e quelle esigenze personali, sociali e lavorative che finora – al fine di tutelare un bene superiore – hanno subìto forti limitazioni”.