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Ribera. Pronto soccorso “double face”: pazienti Covid e ordinari trattati negli stessi locali


I pazienti Covid trasportati dal 118 all’ospedale di Ribera vengono trattati negli stessi locali dove vengono visitati i pazienti non Covid

Il pronto soccorso non prevede percorsi separati. I pazienti Covid entrano negli stessi ambienti dove entrano i pazienti non Covid, vengono assistiti dagli stessi operatori sanitari che assistono gli altri pazienti e utilizzano le medesime apparecchiature mediche utilizzate dai pazienti non Covid.

All’arrivo di un paziente Covid, o sospetto tale, tutti gli altri pazienti in attesa di cure vengono fatti uscire fuori dai locali del pronto soccorso, gli operatori sanitari indossano le tute di protezione, il paziente viene trattato e, se necessario, sottoposto ad esami diagnostici strumentali. Alla fine delle operazioni si procede alla sanificazione dei locali, gli operatori sanitari si svestono delle tute di protezione e il pronto soccorso torna disponibile per i pazienti non affetti da Covid.

Tutto questo è assurdo e pericoloso. Il pronto soccorso è costretto a chiudere sistematicamente per le sanificazioni, rimanendo indisponibile per eventuali pazienti anche critici, e l’utilizzo dei medesimi locali, sia per i pazienti covid che per i pazienti ordinari, oltre a creare confusione, rappresenta un potenziale fattore di rischio contagi e focolai intraospedalieri.

Non so se una gestione così incredibile degli accessi ad un pronto soccorso possa interessare la Procura della Repubblica ma certamente non rispetta la logica del buonsenso e probabilmente neppure i protocolli previsti in ambito sanitario per l’emergneza Covid.

Le linee guida recanti il titolo: “Modalità operativa multidisciplinare di gestione di paziente Covid-19 in ambito ospedaliero anche alla luce delle proposte di contenimento della diffusione dell’infezione”, approvate dal Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza Coronavirus della Regione siciliana e pubblicate sul sito dell’ASP di Agrigento, sembrano prescrivere norme di gestione dei pronto soccorso molto diverse da quelle applicate a Ribera.

Il documento, elaborato per garantire una adeguata gestione del paziente Covid nelle strutture ospedaliere tutelando sia la salute degli operatori sanitari che quella degli utenti, si occupa anche del percorso di accesso al pronto soccorso prescrivendo che ciascuna azienda ospedaliera debba dotarsi di un pre-triage separato per pazienti con sintomi influenzali, respiratori e/o con febbre. Il triage dovrà mirare alla valutazione clinica e anamnestica destinata ad individuare eventuali segni e sintomi che possano essere riferibili a infezione daCovid.
Bene. La presenza di segni e sintomi riferibili all’infezione da Covid imporrà l’attuazione di un percorso protetto Covid.

Il paziente deve essere indirizzato in un’area del Pronto Soccorso (Area Covid) dedicata alla visita, accertamenti diagnostici di primo livello (Registrazione delle funzioni vitali, esami Ematochimici, EGA, Ecografia, ecc) ed alle cure necessarie di un paziente con sospetta infezione da Covid. Il paziente prima di essere ricoverato presso una struttura Covid deve eseguire, oltre al tampone, una TC Torace, per tale motivo si dovrà predisporre un percorso protetto presso il servizio di radiologia.

Non solo. Il documento di integrazione alla valutazione del rischio biologico, redatto dal Servizio di prevenzione e protezione dell’Asp di Agrigento, ribadisce quanto già indicato nelle predette linee guida e prevede che qualora, attraverso il pre-triage del pronto soccorso, venga intercettato un paziente sospetto Covid deve essere effettuato un tampone rino-faringeo dalla struttura accettante e la valutazione all’interno di un percorso all’uopo dedicato che ne preveda gestione ed isolamento ed attivazione del percorso o, quando non attuabile, ne possa prevedere il trasferimento presso una struttura adeguata, tramite SEUS 118.

Il paziente sospetto Covid, continua il documento, deve essere allocato in un’area distinta del nosocomio in cui viene garantito l’isolamento. Tale area deve essere identificata dalla Direzione aziendale che ne curerà i percorsi dedicati e separati, avvalendosi della consulenza dei professionisti coinvolti. E proprio in merito all’accesso al pronto soccorso per i pazienti con sintomi respiratori prevede un percorso esclusivo ed immediato ed un’area dedicata.Il pronto soccorso dell’ospedale di Ribera, come detto, non prevede percorsi separati e non ha un’area dedicata ai pazienti covid.

I locali sono i medesimi utilizzati dai pazienti non covid. Un pronto soccorso misto, double face. L’area riservata covid viene creata cacciando i pazienti no covid che attendono di essere curati e mettendoli fuori dal pronto soccorso. Incredibile.

La situazione è aggravata, anche, dalla mancata previsione di un tunnel di sanificazione per le ambulanze del 118 e per gli operatori sanitari che consentirebbe in pochi minuti la sterilizzazione delle ambulanze e del personale. L’ambulanza del 118 che sbarella un paziente Covid presso l’ospedale di Ribera non potrà essere sanificata in loco ma dovrà andare all’ospedale di Sciacca, attendere una squadra operativa della SEUS che porti un sanificatore mobile ed essere sanificata. Tutto ciò comporta il fermo tecnico delle ambulanze, a volte per ore, con le ambulanze indisponibili per le emergenze del territorio. A Ribera, infatti in violazione della normativa regionale, non è stato realizzato il centro di sanificazione per le ambulanze del 118.

Un tunnel di sanificazione è stato installato presso l’ospedale di Sciacca ma non è mai entrato in funzione. Su questi ultimi argomenti pendono due interrogazioni parlamentari al Presidente della Regione siciliana Musumeci presentate dal segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo e dallintero gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. Il sistema pare funzionare, invece, quando si tratta di ricoverare presso il reparto di degenza ordinaria Covid, della struttura riberese, soggetti provenienti da altre strutture ospedaliere. In questo caso sono previsti sia un accesso separato che un percorso diverso rispetto a quello degli altri pazienti. La situazione del pronto soccorso va risolta immediatamente.

L’ospedale Covid riberese doveva aprire i battenti nel mese di ottobre 2020 ma, dopo una serie di ritardi e annunci a volte falsi, i primi 16 posti di degenza ordinaria Covid sono stati attivati soltanto nei primi giorni di aprile 2021. Adesso si attende l’attivazione degli ulteriori 24 posti di degenza ordinaria covid, dei 10 posti di terapia intensiva e dei 10 posti di terapia sub intensiva sempre dedicata ai pazienti Covid. Secondo quanto dichiarato dai vertici dell’Asp di Agrigento l’attivazione dovrebbe avvenire nelle prossime ore. Meglio tardi che mai.